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Alla ricerca dei Giusti

il meeting al Mandela Forum di Firenze

Gabriele Nissim durante il meeting

Gabriele Nissim durante il meeting

“Non potete far finta di credere che questo sia stato un film o che non sia accaduto, non potete dimenticare.  A me andare ad Auschwitz con un sopravvissuto ha cambiato la vita. Ci sono andato anni fa con Nedo Fiano, uno scrittore fiorentino che oggi vive a Milano ed è sopravvissuto alla deportazione. Con lui ho iniziato a capire cosa è stato l'Olocausto".

Così Matteo Renzi apre il meeting Chi salva una vita salva il mondo intero. Alla ricerca dei Giusti, organizzato al Mandela Forum di Firenze dalla Regione Toscana lunedì 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria.

A salutare i diecimila studenti delle scuole toscane, insieme al Sindaco fiorentino, anche Andrea Pieroni, dell'Unione delle Province Italiane, e il Presidente della Regione Enrico Rossi, che ringrazia i ragazzi venuti “a portare la loro volontà di sapere”.

A chiudere l’incontro, Gabriele Nissim. Il suo è un forte appello a ognuno di noi, affinché si ricordi che si può sempre, in ogni situazione, fare qualcosa per un mondo diverso. “La persona Giusta non vuole cambiare il mondo - ha sostenuto il presidente di Gariwo - Chi ha aiutato gli ebrei non l’ha fatto per sconfiggere il nazismo, ma per affermare con forza l’idea che il male non sarebbe passato a casa sua. Recentemente ho fatto un appello a Papa Francesco, per rendere più forte questa Giornata dei Giusti. Gli ho scritto una lettera per chiedergli di ricordare, oltre ai Santi della Chiesa, anche i Giusti che hanno aiutato gli uomini durante tutti i genocidi, e spero che questo si possa realizzare il 6 marzo, nella Giornata europea dei Giusti”.

Ospiti dell’incontro, i testimoni e i sopravvissuti dell’orrore nazista: le sorelle Tatiana e Andra Bucci, deportate ad Auschwitz a 4 e 6 anni e sopravvissute al Dottor Mengele, Kitty Braun Falaschi, deportata a Ravensbrück e Bergen-Belsen, Marcello Martini, giovane staffetta partigiana  e deportato a Mauthausen e Antonio Ceseri, internato in Germania come militare e sopravvissuto alla strage di soldati italiani di Treuenbrietzen. Insieme per ricordare la loro esperienza e trasmetterla ai più giovani.

“Eravamo nella baracca. È incredibile la velocità con cui ci siamo abituati - ricordano le sorelle Bucci - Alla fine ci siamo convinti che era normale per un ebreo vivere nei campi. Essere ebreo voleva dire vivere così”. Il loro è un dolore ancora vivo che, dicono, “è inutile spiegare, perché non si può capire”. Soprattutto per quanto riguarda la storia di Sergio, il loro cugino, deportato con le sorelle Bucci ad Auschwitz e divenuto cavia per gli esperimenti. “La donna che si occupava del nostro blocco - ricordando sempre Adra e Tatiana - con noi era gentile. Un giorno ci prese da parte e ci disse: ‘Tra poco vi raduneranno e vi ordineranno: chi vuole rivedere la mamma faccia un passo avanti… voi non vi muovete’. Spiegammo a nostro cugino Sergio di fare la stessa cosa, ma lui non ci ascoltò. Da allora non lo rivedemmo mai più”.

Fra i testimoni, per allargare lo sguardo sugli altri genocidi della storia, anche Claire Ly, sopravvissuta alle violenze del regime cambogiano dei Khmer Rossi. La donna, onorata nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano, ha ricordato la sua esperienza nel gulag e ha sottolineato l’importanza e il valore della memoria, per far sì che simili orrori non si ripetano in futuro.

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Giornata della Memoria 2014 - Firenze, Nelson Mandela Forum

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