Gariwo
https://it.gariwo.net/giardini/giardino-di-yad-vashem/criteri-incoerenti-per-il-riconoscimento-dei-giusti-10241.html
Gariwo

Criteri incoerenti per il riconoscimento dei “Giusti”?

di Baruch Tenembaum e Eduardo Eurnekian

Eduardo Eurnekian e Baruch Tenembaum della Fondazione Raoul Wallenberg rispondono all'articolo di Judy Maltz Who is 'Righteous' enough for Yad Vashem? apparso su Haaretz. Riportiamo di seguito il testo:

Negli ultimi anni, noi della International Raoul Wallenberg Foundation abbiamo sottoposto a Yad Vashem un gran numero di dossier molto ben documentati a proposito di casi di salvataggio rimasti ignoti o che finora non erano stati provati a sufficienza. Una percentuale significativa di questi casi è stata coronata da successo: i relativi protagonisti alla fine sono stati riconosciuti Giusti fra le nazioni. Invece altri dossier hanno causato attriti o sono finiti letteralmente in un nulla di fatto, una situazione di stallo che potrebbe essere frutto di un “approccio arbitrario” di Yad Vashem.

La maggior parte dei casi in stallo riguardano diplomatici di alto rango che, secondo noi, hanno fatto più del loro dovere per salvare vite innocenti. In questa categoria Yad Vashem, non chiede ai diplomatici di avere rischiato la vita, bensì di avere agito contro le istruzioni dei loro superiori, quindi rischiando la propria carriera.


Questi criteri, sebbene all’apparenza logici e plausibili,presentano tuttavia alcuni problemi pratici:

1. Non è sempre facile stabilire con chiarezza se un diplomatico abbia rischiato o no la carriera, perché è una questione di percezione. Qualche volta, come nel caso di diversi diplomatici spagnoli che abbiamo presentato, come quelli di Sebastian de Romero Radigales, Bernardo Rolland de Miota e Julio Palencia, è chiaro che non seguirono gli ordini del regime di Franco e li contraddissero anche, ma d’altro canto non furono puniti per la semplice ragione che Franco era abbastanza scaltro da cercare di appropriarsi del merito delle loro azioni coraggiose quando capì che i nazisti erano destinati alla sconfitta.

2. Altri casi sono ancora più sottili, come per esempio quello da noi presentato a Yad Vashem, il caso di Angelo Roncalli (poi noto come Papa Giovanni XXIII) che durante il suo mandato di delegato apostolico a Istanbul, durante la seconda guerra mondiale, lavorò senza sosta per salvare gli ebrei, cosa che lo stesso Yad Vashem non mette in discussione. È difficile affermare che Roncalli abbia agito contro le istruzioni dei suoi superiori (anche se si sa che non ne veniva affatto incoraggiato), ma d’altro canto lo stesso Yad Vashem afferma che Papa Pio XII, il capo supremo di Roncalli, era rimasto in silenzio dinnanzi alle atrocità naziste. Così, perché Yad Vashem è riluttante anche solo a portare questo caso davanti alla Commissione dei Giusti?

3. Ciò che infastidisce maggiormente è l’incoerenza di Yad Vashem. La maggior parte dei diplomatici riconosciuti Giusti fra le nazioni, a parte pochi casi eccezionali, non agì in contrasto con gli ordini dei superiori e non fu punita per le proprie azioni. Perché dunque sono cambiate le regole? A essere onesti, Yad Vashem ha accumulato una grande esperienza e nel passato ha affrontato una grande quantità di problemi nel processo di selezione, così siamo consapevoli che non si tratti di una situazione descrivibile in modo manicheo.
Certamente, il progetto dei “Giusti fra le nazioni” è benedetto perché sottolinea il valore della gratitudine e del riconoscimento del bene, ma d’altra parte è ora che Yad Vashem applichi dei criteri più coerenti. 



Eduardo Eurnekian – Presidente
Baruch Tenembaum – Fondatore

The International Raoul Wallenberg Foundation,
 New York, USA

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!

Contenuti correlati

Collegamenti esterni