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"Innamoratevi della libertà"

Da don Barbareschi a Seedorf per la Giornata europea dei Giusti

Milano ha celebrato la seconda Giornata europea dei Giusti al Giardino del Monte Stella con l’annuale cerimonia di dedica dei nuovi alberi Nelson Mandela, Angelo Giuseppe Roncalli, Beatrice Rohner, Giuseppe Sala, Fernanda Wittgens e don Giovanni Barbareschi, l’unico tra i nuovi Giusti ad essere ancora in vita.

I cippi sono stati scoperti alla presenza del sindaco Giuliano Pisapia, del Vescovo ausiliare Monsignor Erminio De Scalzi, del presidente del Consiglio Comunale Basilio Rizzo, del presidente di Gariwo Gabriele Nissim, del consigliere UCEI Giorgio Mortara e del Console onorario della Repubblica d’Armenia Pietro Kuciukian.

Parla ai tanti ragazzi presenti alla cerimonia don Barbareschi, per ricordare che “O si vive come si pensa o si è schiavi. Vi auguro di essere capaci di reagire alla schiavitù di oggi: ieri ci facevano paura usando i mitra, oggi cercano di condizionarvi con la mano di velluto, ma vi strozzano lo stesso. Siate liberi, critici e consapevoli. L’umanità non si divide tra esseri credenti e non credenti, ma tra uomini schiavi e uomini liberi”. Il suo è un appello accorato e molto toccante: “Giovani, innamoratevi della libertà. Solo così si diventa uomini”.

Alla cerimonia partecipa anche Clarence Seedorf, da anni impegnato in iniziative umanitarie e nella lotta contro il razzismo. “Lo sport - ha ricordato l’allenatore del Milan -  è un veicolo fantastico di formazione per i giovani, soprattutto nella lotta al razzismo. Nessuno nasce razzista. Tutti i bambini nascono con un cuore puro e dobbiamo mantenere questo cuore il più puro possibile. Sento troppo spesso parlare di lotta al razzismo, e invece dovremmo parlare di più di integrazione, collaborazione e rispetto reciproco”.

In questa occasione Seedorf ha potuto salutare Sello Hatang, CEO della Nelson Mandela Foundation, che aveva già incontrato in Sudafrica insieme allo stesso Mandela. Un abbraccio fa da passaggio di testimone tra i due, lasciando la parola ad Hatang, che racconta ai giovani di Madiba e ricorda che la riconciliazione “non può passare solo dalle leggi, ma deve partire dal cuore delle persone”.

A Marco Roncalli, pronipote di Papa Giovanni XXIII, è affidato invece il ricordo del pontefice che non solo soccorse gli ebrei quando era Delegato apostolico a Istanbul e a Parigi, ma che aprì anche la Chiesa al mondo, al dialogo interreligioso, all’ecumenismo, alla libertà, alla giustizia e alla pace.

E mentre Pisapia definisce il Giardino dei Giusti come un luogo che rende più solide le basi su cui fondare il nostro futuro, Sandrina Bandera, direttrice di Brera, racconta la vita di Fernanda Wittgens, l’avvocato Claudio Sala ricorda la passione del nonno per il dialetto milanese e l’ambasciatore armeno Sargis Ghazaryan esorta a non abbandonarsi al negazionismo, fenomeno che “uccide la memoria”.

“Dobbiamo dedicare questa Giornata - ha ricordato Gabriele Nissim - tanto ai Giusti del passato quanto a quelli di oggi, che difendono la dignità umana in Ucraina, in Siria, in Centrafrica. I Giusti in fondo unificano le memorie, perché dimostrano che ogni essere umano può fare qualcosa contro il male”.

Nel box approfondimenti gli interventi di Giorgio Mortara e del Mons. De Scalzi e la rassegna stampa

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Cerimonia al Giardino dei Giusti di Milano 2014

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