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Quando lo sport cambia la vita

la Nazionale afghana di basket in carrozzina

“Sono sbarcati all’Aeroporto di Malpensa con volti sorridenti e molta curiosità. Una fila di carrozzine da gioco color verde acqua, tutte uguali, contrassegnate solo da un numero cucito a mano col filo rosso su uno scampolo di stoffa bianca. Come fosse una firma discreta posta dalla Croce Rossa Internazionale sul progetto sportivo che negli ultimi due anni sta contagiando tutto l’Afghanistan, sotto la guida, la tenacia e la passione dell’italiano Alberto Cairo. I giocatori della Nazionale maschile di basket in carrozzina dell’Afghanistan dal 20 al 30 maggio sono in Italia per la prima trasferta della loro breve storia. Sembrano rendersene conto tutti, compreso il coach Jess Markt, statunitense con un amore per Kabul e per lo sport.”

Così si legge nel comunicato stampa dell’Associazione sportiva Briantea84, che da anni lavora per promuovere e sviluppare lo sport tra i giovani - con particolare riguardo a persone con disabilità.

Il progetto della Nazionale maschile di basket in carrozzina dell’Afghanistan nasce nel 2010, all’interno del programma della Croce Rossa Internazionale per la riabilitazione dei disabili. Alberto Cairo decide quindi di non occuparsi solo della cura fisica e del reinserimento sociale delle persone, ma di organizzare anche attività per il loro tempo libero. E quale migliore idea se non lo sport?

Il percorso non è certamente in discesa, e presenta diversi ostacoli. I giocatori accorrono numerosi, ma servono le carrozzine adatte - leggere e maneggevoli, non robuste come quelle costruite per resistere alle strade afghane - e, soprattutto, serve un allenatore. L’arrivo di Jess Markt, giocatore disabile americano disposto ad allenare la squadra, dà il via al progetto. Poco dopo Cairo riesce ad acquistare le carrozzine a un prezzo stracciato.

La squadra comincia a giocare, Markt allena anche trainer e arbitri, e si arriva così a un vero e proprio torneo locale. Il salto alla Nazionale è vicino: Jess Markt seleziona i giocatori e li avverte che “a rappresentare il Paese si va per merito, non in base a quote, etnie o raccomandazioni”.

Poi, un anno fa, avviene l’incontro tra Alberto Cairo e Briantea84, da cui nasce il progetto “Canestri senza confini”. La Nazionale Afghana arriva quindi in Italia, prima a Bologna e poi in Brianza - passando, lunedì 26 maggio, per il Bosco delle Querce di Seveso - per una serie di incontri, convegni e visite ufficiali.

La prima partita si chiude con il successo della squadra afghana, dando ai ragazzi ulteriore fiducia. “Non so come ho fatto a non pensarci prima - ha dichiarato Cairo - lo sport ha il potere di cambiare le persone e le loro vite in meglio”.

29 maggio 2014

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