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Suggerimenti di lettura

per l'estate 2014

Ecco i nostri consigli di lettura per l'estate!
Gariwo vi augura buone vacanze e vi dà appuntamento a settembre...


Monumenti per difetto
, di Adachiara Zevi
Così cambia il rapporto tra architettura e memoria

Monumenti che invece di celebrare, rappresentare ed espropriare, fanno un passo indietro consentendo allo spettatore una elaborazione individuale ed originale della memoria. Discreti e non impositivi, non rassicurano ma interrogano ed inquietano. Sono i Monumenti per difetto, protagonisti del libro di Adachiara Zevi da poco uscito (Donzelli editore). 

I fiori dell'oleandro, di Nando Dalla Chiesa
I profili di 58 donne, scelti dalla rubrica che ogni domenica l’autore, docente alla facoltà di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Milano, tiene su Il Fatto quotidiano

Sono storie sconosciute che potremmo definire di “ordinario impegno civile”. Storie che in realtà non hanno nulla di ordinario e molto di straordinario, come sottolinea lo stesso dalla Chiesa, ricordando che le protagoniste non si considerano di particolare eccellenza e rimangono sorprese dell’interesse dimostrato nei loro confronti, mentre in realtà fanno parte di quella minoranza che sa proiettarsi positivamente sul futuro e agire coerentemente con questa visione. Una minoranza che permette all’Italia di rappresentarsi in modo meno avvilente, richiamando la metaforica bellezza dell’oleandro, con il suo colore sgargiante e il profumo inebriante di una speranza.

È così lieve il tuo bacio sulla fronte, di Caterina Chinnici

La storia di Rocco Chinnici, il magistrato ucciso con un'autobomba il 29 luglio 1983, raccontata dalla figlia Caterina

Il ritratto che Caterina Chinnici ci dipinge in questo libro è commovente e pieno di amore per un padre meraviglioso, un uomo di grande levatura, con un forte senso morale e un’enorme personalità, ma soprattutto di grande dignità e umanità. Ci restituisce anche il quadro dolente di una città, di una famiglia, di un microcosmo immerso in un mondo che sembra impazzito, che ha perso ogni punto di riferimento civile. Il rimpianto per una pace goduta fin dall’infanzia, per una serenità irripetibile e troppo presto smarrita nella tragedia della perdita del padre diventa motivo di denuncia - sempre pacata e mai sguaiata – e di riflessione, decisione rafforzata di impegno per proseguire sulla strada tracciata da un così straordinario protagonista.

Una giovinezza nel ghetto di Varsavia, di Alina Margolis Edelman
I ricordi di una polacca “cittadina del mondo”, moglie del vicecomandante dell’insurrezione del ghetto di Varsavia, che ha attraversato la storia tragica del Novecento

Alina ci descrive un mondo che non c’è più e i suoi ricordi si rincorrono tra l’infanzia e l’adolescenza felice a Lodz – nonostante la scarsa presenza dei genitori, molto occupati e distratti, e una sensazione di messa la bando da parte dei polacchi, di cui non riusciva ad afferrare le ragioni – e il brusco risveglio a una tragica realtà con l’occupazione nazista del ’39, il trasferimento a Varsavia, la morte del padre fucilato dai tedeschi, la solitudine nel ghetto, accanto alla madre – medico pediatra - che si è sempre spesa per cercare di far sopravvivere i due figli nell’inferno della Shoah.

Israele, la paura, la speranza, di Bruno Segre
Un “vademecum” per la pace, una guida per camminare nei territori impervi del conflitto mediorientale, che tanto ci fa soffrire e rimanere in angoscia, anche in queste ore

Il libro di Bruno Segre è utile da vari punti di vista, e ha diversi meriti: la composizione – sono articoli che vanno dal 1970 al 2013 – permette di accedere al percorso da più punti, per esempio leggendo prima i saggi più brevi e semplici, poi quelli più corposi; oppure si può decidere di seguire semplicemente l'itinerario cronologico, scoprendo insieme a Segre come è cambiato l'ideale sionista; e capendo al tempo stesso come siamo cambiati anche noi.

Come fossi solo, di Marco Magini
Un magistrato, un casco blu olandese e un soldato serbo. Tre voci raccontano il massacro di Srebrenica

Il racconto si sviluppa con un tono colloquiale, quasi a presentare il pensiero dei tre antieroi, le loro vicende e i personaggi di contorno in modo da sottolinearne la semplicità e la quotidianità, salvo poi inserire delle frasi brevi ma straordinariamente incisive, che spingono il lettore a riflettere e a interrogarsi sul concetto di responsabilità, di coscienza, di scelta tra etica e convenienza.

A Mosca solo Andata, di Arrigo Petacco
L'analisi del rapporto tra i comunisti italiani e l’URSS nel periodo fascista

Parliamo quindi degli anni ’20, di Lenin ma soprattutto di Stalin, delle purghe iniziate nel 1936 e proseguite fino alla morte del dittatore georgiano nel 1953, del ritorno in Italia dell’intero gruppo dirigente del PCI sotto la guida di Palmiro Togliatti alla fine della seconda guerra mondiale. Parliamo di fucilazioni e di Gulag, ma anche della strenua difesa di un rapporto d’amore come quello di Nella Masutti per Emilio Guarnaschelli, della disperazione di Pia Piccioni rimasta con tre bimbe piccole dopo l’arresto del marito Vincenzo Baccalà.

Lenin, Stalin, Togliatti, di Francesco Bigazzi e Giancarlo Lehner
La dissoluzione del socialismo italiano

Lenin, Stalin e gli altri leader comunisti del mondo, in primo luogo Palmiro Togliatti, hanno sempre avuto un chiodo fisso: come ridimensionare, rendere inoffensivo, addirittura marginale il socialismo riformista. In questa opera incessante, talvolta ossessiva, Togliatti è stato senza dubbio il leader comunista occidentale che più si è allineato con i padri del comunismo sovietico.

La tortura del silenzio, di Guido Barella
Storia di Marius Oprea, il cacciatore dei criminali del regime di Ceaucescu

La vera ricerca di Oprea, consegnataci dall'autore sotto forma ora di intervista ora di riflessioni personali del protagonista, è quella dei corpi buttati nelle fosse comuni dei dissidenti del regime di Ceaucescu. Corpi senza una degna sepoltura, sottratti ai parenti e al loro desiderio di onorarli nell'estrema dimora. Si tratta innanzitutto di un'istanza religiosa, del bisogno di mettere una croce sopra una tomba. Un estremo atto di restituzione di dignità a chi si era visto negare perfino il diritto al ricordo.

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