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Le camere a gas di Sobibor

in Polonia lo storico ritrovamento

Dopo Treblinka, Sobibor. Nell’aprile 2014 erano stati ritrovati i resti del lager a pochi chilometri da Varsavia, raso al suolo dai nazisti nel 1943 per cancellare le prove di quanto avvenuto tra le baracche. Ora, dopo sette anni di ricerche, un gruppo di archeologi guidati dal Museo di Yad Vashem di Gerusalemme ha scoperto nel sottosuolo della Polonia le camere a gas del campo di sterminio di Sobibor.

Il lager fu costruito nel 1942, con l’unico scopo di eliminare la popolazione ebraica. Non c’è spazio per le baracche e i campi di lavoro a Sobibor, ma solo per gli strumenti e le strutture necessarie allo sterminio. Ecco quindi i binari e le rampe per i treni che trasportavano gli ebrei, le camere a gas per ucciderli e le fosse comuni dove seppellirli. Solo chi è chiamato a svolgere i compiti che ad Auschwitz spettano ai Sonderkommando - ovvero chi deve far funzionare i forni crematori - riesce a sopravvivere qualche settimana; gli altri restano in vita in media un’ora e mezza da quando mettono piede nel campo.

“Sobibor è il buco nero della storia del mondo - ha dichiarato Marcello Pezzetti, storico della Shoah - perché è qui che si comprende cosa fu davvero lo sterminio degli ebrei”.

Così come avvenne per Treblinka, anche a Sobibor i nazisti cercarono di cancellare le prove dell’esistenza del campo. A Sobibor, in particolare, questo divenne necessario nell’ottobre 1943, in seguito alla rivolta di alcuni detenuti - specialmente ebrei russi. Circa trecento di loro riuscirono a scappare - anche se solo 50 sopravvissero alla guerra - diventando testimoni dell’orrore a cui avevano assistito.
I nazisti quindi decisero di distruggere il campo, sotterrando le camere a gas e bruciando i corpi delle vittime. L’area venne addirittura coperta da una foresta di alberi e da una finta fattoria, nel tentativo di smentire eventuali testimonianze.

Accanto a un pozzo in cui i tedeschi avevano gettato resti umani e alcuni oggetti - tra cui un anello nuziale, ritrovato oggi dagli archeologi - è emerso l’edificio che ospitava le camere a gas: una struttura rettangolare con muri di mattoni, divisa in quattro aree. Da oggi gli storici avranno quindi un ulteriore elemento per studiare e comprendere il processo di "soluzione finale" attuato dai nazisti. “Il ritrovamento dell’esatta posizione delle camere a gas - ha dichiarato David Silberklang, del Museo di Yad Vashem - è una scoperta della massima rilevanza negli studi sulla Shoah, e una piccola finestra aperta nella sofferenza quotidiana degli ebrei detenuti nei campi”.

18 settembre 2014

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