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Tahar Ben Jelloun, il grido di un musulmano contro il fondamentalismo

Tahar Ben Jelloun è nato il primo dicembre 1944 in una ricca famiglia di etnia berbera che si era stabilita nella florida città marocchina di Fès. Ha intrapreso gli studi nella scuola francese locale e nel 1955 si è trasferito con la famiglia a Tangeri, dove nel 1971 ha conseguito la laurea in filosofia. Dopo aver insegnato per alcuni anni questa materia in lingua francese, ha dovuto abbandonare l’incarico di docente a causa dell’arabizzazione dell’insegnamento nelle scuole pubbliche del Marocco. Costretto a emigrare in Francia per trovare lavoro, Tahar ha colto l’occasione per conseguire un dottorato in psichiatria sociale sulla confusione mentale degli immigrati ospedalizzati e da allora dedica i propri scritti alle problematiche sociali e umanistiche.

Autore di spicco, versatile ed eclettico, è diventato lo scrittore di matrice araba più noto in Francia, tanto che nel 1987 gli è stato conferito il prestigioso premio Goncourt per il libro La Nuit Sacrée (Laylatu al Qadr) e il 16 novembre 1988 gli è stato assegnato dal Segretario Generale dell’Onu Kofi Annan l’ambito riconoscimento “Global Tolerance Award” per il profondo messaggio umanistico e sociale del libro Il Razzismo spiegato a mia figlia.

Tahar è conosciuto ed apprezzato negli ambienti letterari europei per aver creato una corrente di pensiero contro il razzismo, il fondamentalismo e l’ingiustizia. Ha anche pubblicato sul famoso quotidiano francese Le Monde diversi articoli riguardanti i problemi sociali degli emigrati che vivono come emarginati nella periferia urbana parigina.

Nel libro L’Islam spiegato ai nostri figli l’autore spiega con semplicità e chiarezza a sua figlia cos’è l’Islam, qual è la differenza tra arabo e musulmano, cos’è il fanatismo, cos’è il terrorismo. Nel corso di questa conversazione piacevole e storicamente fondata, la figlia inizia a capire che non deve vergognarsi delle sue radici e della sua fede e che i musulmani non sono tutti cattivi, come la televisione vorrebbe far credere dopo il crollo delle Torri Gemelle a New York. L’11 settembre 2001 è un giorno nero nella storia dell’umanità: l’America viene inaspettatamente attaccata dai terroristi di Al Qaeda, lasciando il mondo occidentale in preda allo sgomento. Centinaia di musulmani, cristiani ed ebrei sono polverizzati in nome di un terrorismo spietato e sanguinario che utilizza il Corano e l’Islam per distruggere invece di costruire, come insegnano le sure del libro sacro dei musulmani moderati, amici dell’Occidente.

Ecco cosa scrive Tahar Ben Jelloun nel suo libro:

“Abbiamo sentito delle parole e vorremmo conoscerne il significato. Ce le puoi spiegare?

Quali sono queste parole?

- Integralisti.

- In questo concetto c’è la parola “integro” che esprime qualcosa di positivo; essere una persona integra vuol dire essere leale, fedele a dei princìpi e a dei valori. Il contrario di questa parola è “ corrotto”. Colui che è corrotto è qualcuno che è venduto, che sacrifica i suoi valori e i suoi princìpi per denaro o per interesse.

- Ma cosa ha a che fare un “integralista” con l’Islam?

- I musulmani estremisti non utilizzano questa parola per indicare l’azione che portano avanti. Al contrario, questa espressione è stata utilizzata dai cattolici che vogliono più rigore nella pratica della loro religione.

Per esempio, vogliono dire la messa in latino e non in altre lingue. Quando i musulmani hanno iniziato a reclamare un Islam più duro, più fedele alle sue origini, la stampa lo ha definito con la parola “integralista”.

- Loro come si definiscono quindi?

- Si dicono “ Islamisti”. Fra di loro si chiamano fratelli. Derivano da un movimento, costituito nel 1928 da un maestro, Hassan Al- Banna, in un piccolo paese egiziano ismailìta, che si definiva movimento dei “ Fratelli Musulmani”. Lottava contro la degradazione dei costumi e contro le influenze degli europei sui musulmani. Si opponeva al partito nazionalista egiziano Wafd, che propugnava un sistema politico democratico e parlamentare. Uno dei suoi dirigenti, Sayed Qotb, sarà arrestato e torturato per “complotto contro Nasser”, condannato a morte e ucciso il 29 agosto 1966. Il movimento continuò il suo percorso in Egitto e negli altri paesi musulmani. Oggi sono ben organizzati e fanno riferimento ai numerosi libri lasciati da Sayed Qotb, che era molto colto.

Se ascolti le prediche degli Islamisti, capisci che cercano di imporre con la forza un modo di vita, di comportamento e di abbigliamento che rifiuta l’epoca attuale. Dimenticano una cosa semplice: l’Islam è nato più di quindici secoli fa. Nei suoi testi ci sono valori che sono validi in tutti i tempi, eterni. Poi ci sono cose che riguardano l’epoca in cui l’Islam è nato e che non si adattano ai tempi moderni. Vogliono tornare all’epoca del profeta e interpretano il messaggio di Maometto in modo riduttivo, molto schematico e caricaturale.

- Per esempio ?

- Gli “Islamisti” non vogliono che la donna sia uguale all’uomo, né che abbia dei diritti, che possa decidere lei stessa della propria sorte; le dicono: "Devi obbedire a tuo marito, se non hai marito a tuo padre, se non hai padre a tuo fratello ecc…."

- I peggiori sono quelli semi-istruiti.

- Cosa vuol dire “ semi-istruiti?”

- Sono le persone che sanno leggere ma non capiscono quello che leggono; si credono sapienti e invece sono ignoranti. Sono persone pericolose.”

Tornando alla triste realtà dei nostri giorni, anche gli uomini dell’Isis adottano la legge del taglione e praticano la vendetta, facendo regredire il mondo arabo ai tempi preislamici oscuri, quando vigevano le barbare regole dell’"occhio per occhio, dente per dente" e del "sangue chiama altro sangue". In nome dell’Islam questi criminali sgozzano in diretta televisiva degli innocenti come se fossero animali da macello. Le donne, considerate creature inferiori, subiscono abusi, violenze sessuali, discriminazioni e ingiustizia. Alcune di loro sono lapidate o decapitate per aver rifiutato di essere oggetto di scambio per il miglior offerente. Gli uomini dell’Isis sono degni successori dei Talebani e degli estremisti che strumentalizzano l’Islam per riportare il mondo arabo all’epoca delle barbarie preislamiche. L’islam vero non ha nulla a che fare con l’Isis, il volto oscuro della nostra società.

Hafez Haidar, Accademico emerito e scrittore

8 ottobre 2014

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Echi del Mediterraneo Hafez Haidar

Da millenni luogo di incontro tra genti, culture e religioni, il Mediterraneo è anche teatro di conflitti che minacciano la convivenza pacifica. Oltre il terrorismo e gli echi di guerra, lo scrittore Hafez Haidar ci racconta le storie di donne e uomini, di ieri e di oggi, portatori di messaggi di tolleranza, pace, solidarietà che attraversano questo mare.

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