La scuola è il luogo di crescita culturale e di formazione delle nuove generazioni che non può sottrarsi al compito di trasmettere un’educazione di tipo emotivo e non solo teorico, poiché entrambi gli elementi sono alla base della costruzione della propria identità.
In un momento storico come quello che stiamo vivendo, in cui le istituzioni si trovano ad affrontare un disagio giovanile non solo psicologico ma culturale, una risposta potrebbe essere far emergere nel lavoro di tutti i giorni la pluralità degli orizzonti valoriali. Uno degli esempi che sintetizzano lo sforzo umano per progredire sul piano della convivenza civile è la figura del Giusto. L’approccio all’esperienza di queste figure esemplari offre ai giovani modelli di comportamento e aiuta a dare uno spessore maggiore alle loro scelte.
Dal racconto e confronto con le storie dei Giusti emerge un agire che avendo come cifra il riconoscimento dell’altro uguale a se stessi, riporta a quella dimensione sociale fatta di solidarietà, amicizia e condivisione che gli adolescenti non sempre ritrovano nella loro quotidianità. Oggi infatti il “noi” viene spesso vissuto dal giovane come dimensione di “banda” in cui il conformismo alle regole del gruppo, in contraddizione con i valori della società, sfocia nel fenomeno del bullismo e si traduce in violenza fisica e psicologia sui più deboli.
L’obiettivo del seminario è fornire agli insegnanti occasioni di confronto e riflessione su come ottenere strumenti efficaci di intervento educativo e di relazione con i propri alunni. Quali approcci si rivelano efficaci per trasmettere non solo conoscenze, ma capacità di comprensione della realtà e di applicazione dei nuovi metodi interpretativi? Come modularli, come affrontare i conflitti e le problematiche adolescenziali? Può l’esempio dei Giusti creare un collegamento tra teorie etiche e pratiche di vita?