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Abbas, ultimo patriota della pace

Uno stato palestinese necessario per escludere la violenza

Pubblichiamo stralci della traduzione dell'editoriale di Avraham Burg, politico israeliano membro del Knesset (parlamento), pubblicato dal quotidiano Haaretz il 13 ottobre, alla viglia del voto del parlamento britannico sul riconoscimento della Palesina come stato sovrano.

Burg cita una parte della lettera inviata da Hilik Bar, membro del Knesset ed esponente del partito laburista israeliano, ai suoi omologhi del partito laburista britannico per esortarli "a restare fedeli alla linea politica da lungo tempo seguita dal vostro partito per una soluzione negoziata dei due stati e a opporvi a qualsiasi iniziativa unilaterale che metta a rischio questo obiettivo."

Burg prende le distanza da questa lettera, che secondo lui evidenzia  "molte caratteristiche psicologiche della debolezza del Partito Laburista. Appoggia l'ala destra, anche quando vengono uccisi palestinesi innocenti, come nella recente guerra di Gaza, è complice nel bloccare ogni possibilità di pace e di speranza, e impedisce la messa in atto di iniziative non violente, il cui scopo è promuovere, anche di poco, il processo di pace". 

L'opinione di Burg è un'altra. "A differenza dell’autore della lettera, che dice per qualche motivo di appartenere alla sinistra, vorrei esprimere qui una posizione diversa. Mi auguro che l'intero parlamento britannico, compresi i membri del Labour, voterà a favore del riconoscimento della Palestina immediatamente come lo stato del popolo palestinese".

Burg osserva che "la questione palestinese è stata strettamente legata agli eventi internazionali fin dal suo primo giorno. Dalla risoluzione delle Nazioni Unite del 1947 alle norme internazionali che permettono a Israele di ritenersi "l'unica democrazia del Medio Oriente", anche se è l’unica in Occidente a essere ancora una potenza colonialista nel senso pieno del termine. Una democrazia etnica responsabile per la pessima condizione di tutte le persone che vivono nello spazio tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. La verità deve essere detta: abbiamo vissuto per decenni nella realtà di fatto di uno Stato per due popoli. Uno stato che non ha uno spazio comune per eguali diritti per tutti i suoi cittadini e sudditi. È vero il contrario: discriminazione qui ha un significato chiaramente etnico: supremazia e vantaggi di vasta portata per coloro che sono geneticamente ebrei, e repressione e condizioni sempre peggiori per chi è palestinese".

Secondo Burg "la destra israeliana (e per parecchi decenni, la politica di Israele è diventata sempre più di destra, e io includo il partito laburista nella destra) sta facendo tutto il possibile per indebolire i poteri dei politici moderati con i quali è ancora possibile raggiungere un accordo. Molto semplice, molto cinico. Netanyahu preferisce Hamas rispetto al presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas come partner, perché a Hamas deve dare solo poche briciole e aiuti umanitari – mentre ad Abbas deve riconoscere legittimità, uno stato e uno status pari a quello di Israele tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo.

Quindi Abbas cosa può fare? Unirsi a Hamas? Oppure lottare per la soluzione dei due Stati, con quel che resta della sua forza? La soluzione palestinese non è affatto unilaterale. Non è nemmeno un modesto tentativo di rispondere alla realtà unilaterale del popolo palestinese. Il processo di pace proposto è molto di più che bilaterale. Si tratta di un passaggio drammatico dalla realtà unilaterale di Israele alla realtà internazionale multilaterale. L'idea è semplice: prima di tutto, lo Stato di Palestina sarà dichiarato secondo le norme internazionali, che hanno istituito lo Stato di Israele. Poi sarà risolto il resto dei problemi - profughi, Gerusalemme, i territori, l'economia, il potere, l'autorità e le infrastrutture. Questo è un passo giusto e necessario nell'unica direzione che non sia violenta. E quando pensiamo in questo modo, appare chiaro che il Presidente Abbas è l'ultimo patriota della pace rimasto in campo.

13 ottobre 2014

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