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"Dimitar Peshev, un Giusto straordinario"

le parole del regista Ivan Nichev

Si è conclusa il 26 ottobre la VII edizione della “Festa del Cinema Bulgaro”, organizzata dall’Istituto Bulgaro di Cultura a Roma e dall’associazione culturale "La Fenice”. Ad aprire la rassegna, Rapsodia Bulgara, una coproduzione bulgaro-israeliana che conclude la trilogia del regista Ivan Nichev. La pellicola, candidata dalla Bulgaria per la selezione come migliore film straniero agli Oscar 2015, è dedicata alla vicenda degli ebrei bulgari che furono salvati dalle deportazioni naziste grazie all’intervento del Vicepresidente del Parlamento Dimitar Peshev - la cui storia è stata scoperta e raccontata dal presidente di Gariwo Gabriele Nissim nel libro L'uomo che fermò Hitler.

“Ho scoperto il libro di Nissim grazie a degli amici di Tel Aviv - ci racconta Ivan Nichev - Credo che la storia di Dimitar Peshev, questo Giusto tanto umile quanto straordinario, sia importantissima per il mio Paese, e sono davvero contento che il Ministro della cultura bulgaro abbia sostenuto questo progetto. Per ricostruire le vicende delle famiglie ebraiche che vivevano in Bulgaria durante l’occupazione nazista ho inoltre utilizzato un’altra fonte, il libro The Ransom di Nir Baruh, che nel tempo è diventato un amico, oltre che un prezioso consigliere”.

Il film di Nichev racconta infatti la vita degli ebrei bulgari, basandosi soprattutto sulle memorie di circa 50 famiglie - “una piccola parte dei quasi 50mila ebrei salvati da Peshev”, precisa il regista.

“Prima di iniziare le riprese conoscevamo le storie dei Giusti - prosegue Nichev - Avevamo visitato lo Yad Vashem di Gerusalemme ed eravamo al corrente del dibattito intorno a queste figure. Per l’ultima parte della trilogia dedicata alle relazioni tra persone di religioni diverse nei Paesi balcanici, iniziata nel 1999 con After the End of the World e proseguita con Journey to Jerusalem nel 2003, ho quindi scelto di soffermarmi sull’episodio del salvataggio degli ebrei bulgari durante la Seconda guerra mondiale”.

Rapsodia Bulgara affronta questo tema attraverso le storie di due ragazzi, Moni e Giogio, e del loro incontro con la diciassettenne Shelly. “Abbiamo deciso che i protagonisti del film dovessero essere dei giovani, perché ci piacerebbe avvicinare questo target ai temi trattati nella pellicola. In ogni caso, ci auguriamo che gli spettatori percepiscano il forte messaggio emotivo del film, importante soprattutto in un momento in cui l’Europa è percorsa da un crescente sentimento di antisemitismo. Non dimenticherò mai la proiezione delle prime due parti della trilogia a Buenos Aires, nel centro dell’Associazione Mutualità Israelita Argentina (AMIA). Abbiamo attraversato una strada cosparsa di targhe e alberi dedicati ai bambini uccisi nell’attacco del 1994. Bambini che non cresceranno mai. E questo non deve ripetersi mai più”

27 ottobre 2014

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