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La caduta del Muro, 25 anni dopo

a Berlino celebrazioni e proteste contro i "nuovi muri"

Berlino si prepara a celebrare il 25esimo anniversario della caduta del Muro con un’installazione di 8.000 palloncini bianchi lungo l’ex tracciato della barriera e tre giorni ricchi di eventi - tra cui un concerto diretto da Daniel Barenboim alla Porta di Brandeburgo.

I palloncini formano una linea di oltre 15 chilometri, e saranno liberati in cielo il 9 novembre alle 19.30, nel luogo dove 25 anni fa venne annunciata la fine della Guerra Fredda. In seguito a numerosi disordini all'interno della DDR, infatti, il 9 novembre 1989 il governo e i funzionari comunisti diedero l'ordine di aprire i checkpoint al flusso di persone che dall'Est volevano raggiungere la parte Ovest della città. Nei giorni successivi, al crollo “figurato” del Muro costruito nel 1961 seguì l’abbattimento fisico della barriera, accolto da festeggiamenti e immagini di gioia.

Oggi diversi Paesi custodiscono parti del Muro di Berlino: da Taiwan al Sudafrica, dalla Russia al Guatemala, dall’Inghilterra agli Stati Uniti - dove è presente la sequenza più lunga di blocchi del Muro, seconda solo a quella presente nella capitale tedesca - sono molte le città che nelle strade, nei musei, in centro o in periferia ospitano tali frammenti di Storia. Lo ha ricordato in questi giorni l’agenzia Reuters, che in occasione dell’anniversario del prossimo 9 novembre ha chiesto ai suoi fotografi di immortalare i pezzi del Muro disseminati in tutto il mondo.

In ricordo di tutti coloro che hanno perso la vita per cercare di attraversare il Muro, sono sorti a Berlino diversi memoriali. Uno di questi è caratterizzato dalla presenza di sette croci bianche - come quelle che l’associazione Berliner Bürger-Verein, con il sostegno del Senato di Berlino Ovest, dedicava alle vittime fin dal 1961. Nei giorni scorsi un gruppo di artisti tedeschi, il Centre for Political Beauty, ha organizzato una particolare azione di protesta, rubando le croci bianche e facendole “riapparire” ai confini dell’Europa, in memoria dei “nuovi muri” che oggi impediscono l’accesso nel continente.
In un’immagine, diffusa dal collettivo di artisti, si vede ad esempio una delle croci rubate ricomparire in mezzo ai rifugiati maliani del campo profughi di Mont Gurugu, che da due anni cercano di attraversare il recinto che in Marocco divide l’Africa dall’enclave spagnola di Melilla.

“Certo, oggi non spariamo a chi vuole lasciare il nostro Paese - ha dichiarato Phillip Ruch, portavoce del gruppo - ma abbiamo ancora tantissime persone che muoiono cercando di attraversare i confini europei”. Intanto sul sito del Centre for Political Beauty è comparso un messaggio. “Mentre palloncini bianchi si alzeranno nell’aria, e si ascolteranno discorsi nostalgici e noiosi, la società civile tedesca, con un atto di bellezza politica abbatterà i muri al di fuori dell’Europa. La cortina europea deve cadere”.

Le croci bianche torneranno al loro posto? “Dovete chiederlo alle croci stesse - ha risposto provocatoriamente Ruch - Tutto quello che sappiamo è che non erano preparate a prendere parte alle celebrazioni”.

5 novembre 2014

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