Nel XX secolo migliaia di persone sono state salvate dalle “Case di vita”. Per ricordare queste Case e i “salvatori”, che rischiarono la vita ospitando chi era in pericolo, la Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg è alla ricerca dei rifugi usati durante la II Guerra Mondiale, conflitti armati o genocidi.
Secondo Baruj Tenembaum, fondatore dell'organizzazione “questa iniziativa non risponde ad alcuna agenda politica né distingue le motivazioni del salvatore; crediamo semplicemente che sia importante riconoscere quegli esseri umani che sono empatici con le disgrazie altrui e forniscono aiuto a coloro la cui libertà o la cui stessa vita è in pericolo”.
La prima “Casa di vita” riconosciuta in una cerimonia solenne il 19 novembre a Firenze, è la Casa Santo Nome di Gesù delle Suore Francescane Missionarie di Maria, che nel 1943, durante l'Olocausto, diede rifugio a 40 donne e bambini ebrei, per la maggior parte non italiani. Un'altra "Casa di vita", il Convento dell'Ordine dei Cappuccini a Roma, sarà riconosciuta il 23 novembre.
Informazioni affidabili e dettagliate sugli atti di salvezza avvenuti in passato o nell'epoca contemporanea, con i nomi dei protagonisti (salvatori e salvati) e i dettagli fisici del luogo di riscatto nel caso in cui i salvati siano stati nascosti in qualche luogo specifico, possono essere inviate all'indirizzo e-mail della Fondazione Raoul Wallenberg: [email protected]
Per ulteriori informazioni,
http://www.raoulwallenberg.net