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“Armin T. Wegner, un giusto per gli Armeni e per gli Ebrei”

mostra a Venezia

Una foto della mostra “Armin T. Wegner, un giusto per gli Armeni e per gli Ebrei” alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia

Una foto della mostra “Armin T. Wegner, un giusto per gli Armeni e per gli Ebrei” alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia

Venerdì 9 gennaio 2015, abbiamo inaugurato una mostra fotografica dedicata al centenario del Genocidio degli Armeni, il primo di una lunga serie di eventi per il 2015. La mostra s'intitolava: “Armin T. Wegner, un giusto per gli Armeni e per gli Ebrei”. Per la prima volta, la memoria e l'operato di un giusto notoriamente riconosciuto per gli armeni veniva condivisa con i nostri fratelli ebrei, che meno di mezzo secolo dopo il primo genocidio del XX secolo hanno vissuto la grave tragedia dell'Olocausto nel cuore dell'Europa. 

Tutto ciò sottolinea ulteriormente che per il Giusto l'importante è la convinzione sull'azione e non la forma o l'oggetto. Il non guardare altrove quando sta accadendo qualche cosa di ingiusto è una questione di cultura e di coscienza buona dell'uomo, contro il male. Il fatto che questa mostra veniva inaugurata nel cuore della Città di Venezia, presso le sale della Biblioteca Nazionale Marciana, ci dà un altro indizio di quella unità di intenti fra le comunità armena ed ebraica che da anni collaborano sul territorio. 

Qui vorrei ricordare con molto piacere un'altra meravigliosa mostra con il relativo e prestigiosissimo catalogo, che venne inaugurata nel novembre del 1989, portando all'attenzione della popolazione i primi libri a stampa eseguiti a Venezia in lingua armena ed ebraica. Allora, parteciparono all'inedita operazione personaggi ed enti di entrambe le comunità del calibro di Amos Luzzato, Riccardo Calimani, Accademia Armena di San Lazzaro, Biblioteca Renato Maestro di Venezia, Padre Nerses Der Nersessian, coordinati dalla Scilla Abbiati. Negli stessi giorni, parlarono dell'avvenimento il New York Times, Le Monde e tutte le più importanti testate giornalistiche italiane. Perciò le comunità armena ed ebraica di Venezia sono esempio di collaborazione, portatrici della serena capacità di spiegare agli altri, insieme, il Genocidio e l'Olocausto. Questa apertura mentale storicamente sperimentata, che è frutto della cultura veneziana, potrebbe fungere da esempio anche per quella grande e profonda rivoluzione culturale che stanno vivendo molti cittadini ed intellettuali dello Stato di Israele affinché vengano riconosciuti tutti i genocidi e le tragedie che hanno pesantemente segnato il mondo moderno e che continuano purtroppo a colpire senza sosta. Dobbiamo essere fieri del fatto che l'organizzazione e la realizzazione della mostra sia stata curata dai soci fondatori di Gariwo, fonte di ispirazione per l'allargamento degli orizzonti mentali presso i popoli segnati da gravissimi fatti genocidari. Penso che con ciò si sia aperta una strada senza ritorno e che questo potrebbe essere il più grande omaggio per il centenario del Primo Genocidio del XX secolo.

12 gennaio 2015

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