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Urla del silenzio

di Roland Joffé titolo originale: "The killing fields", drammatico, Gran Bretagna, 1984, versione inglese

Il regista inglese Roland Joffé, al suo debutto alla regia di un lungometraggio, firma questa cruda e toccante rievocazione dei giorni tragici e folli che vissero le popolazioni della Cambogia dopo l'evacuazione americana del 1975. La storia è liberamente tratta dal best-seller del giornalista del New York Times Sidney Schenberg, corrispondente da Phnom Penh in quel periodo.
"Urla del Silenzio", uscito nel 1984, racconta la storia dell'ex corrispondente del Ny Times Schanberg, e del suo 'stringer' locale Dith Pran, all'inizio degli anni Settanta, dopo la conquista del potere da parte dei Khmer Rossi di Pol Pot, quando la popolazione, soprattutto gli intellettuali e gli abitanti delle città, veniva mandata a lavorare nei campi, e fu perpetrato un vero e proprio genocidio con centinaia di migliaia di morti. Il film mostra come Dith Pran, all'inizio guida ed interprete, riesca a portare in salvo Schanberg all'ambasciata francese nell'aprile del 1975, momento in cui i Khmer rossi intraprendono una vera e propria caccia allo straniero. Solo il giornalista del Times, tuttavia riesce a fuggire dalla Cambogia su un aereo per gli Usa, mentre il suo assistente finisce nei campi di lavoro. Dopo anni di condizioni di vita al limite dell'insopportabile (Pol Pot è stato accusato di avere ucciso circa 3 milioni di persone), Dith fugge in Thailandia e si rifugia in un campo profughi, da cui riesce a mettersi in contatto con Schonberg, che lo aiuta a raggiungere gli Stati Uniti. La pellicola vinse 3 Oscar: quella per il miglior attore non protagonista (Haing Ngor, per la sua interpretazione del personaggio di Dith), quella per la miglior cinematografia (Chris Menges), e quella per il miglior montaggio (Jim Clark). Le nomination erano sette in tutto: oltre ai tre premi Oscar, miglior attore protagonista (Sam Waterston per la sua interpretazione del personaggio di Schanberg), miglior regista (Roland Joffé), miglior film, migliore sceneggiatura non originale.
Nel 1999 il British Film Institute l'ha inserito al 100° posto nella lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.

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