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Sophie Scholl (1921 - 1943)

la "rosa bianca" che sfidò il nazismo

Storia segnalata dall'Associazione Rosa Bianca italiana - Milano, 20 dicembre 2010

Nasce il 9 maggio 1921 a Forchtenberg, in Germania. Il padre, sindaco della cittadina, nel 1932 si trasferisce con la famiglia a Ulm dove fonda una società di consulenza fiscale. A 12 anni è costretta a iscriversi alla Hitlerjugend. Sophie ha un legame molto stretto con il fratello maggiore Hans: nel 1937 viene arrestato dai nazisti perché sospettato di appartenere ai movimenti clandestini e Sophie soffre molto diventando sempre più contraria al regime hitleriano. Dotata di talento per la pittura, frequenta ambienti artistici e letterari antinazisti. Nella primavera 1940 ottiene la maturità e trova impiego come maestra d’asilo al Frobel Institute di Ulm-Soflingen. Spera così di poter evitare il lavoro obbligatorio imposto a chi vuole frequentare l’università ma, considerata la sua esperienza con i bambini, viene comunque costretta a servire come ausiliaria per sei mesi in un istituto statale di Blumberg. Potrà iscriversi all’Università di Monaco solamente nel maggio 1942. Qui entra nel giro di amicizie del fratello che studia Medicina.

A Monaco, Sophie incontra persone che la spingono a riflettere sulla fede religiosa e sul comportamento che deve tenere un cristiano di fronte a una dittatura. Nel 1942 suo padre viene incarcerato per aver criticato pubblicamente l’operato di Hitler. Nello stesso anno Sophie entra nella “Rosa Bianca”, un gruppo di studenti universitari antinazisti. Per il gruppo Sophie scrive e diffonde volantini che incitano alla resistenza non violenta contro il Terzo Reich. Il 18 febbraio 1943 viene arrestata con suo fratello mentre distribuisce l’ultimo depliant del gruppo. Il 22 febbraio è processata dal Tribunale del Popolo presieduto dal noto giurista del Reich Roland Freisler. Riconosciuta colpevole di tradimento, nello stesso giorno è ghigliottinata con Hans e l’amico Cristoph Probst nel cortile della prigione Stadelheim di Monaco. 

Come ricorda il sopravvissuto del gruppo Franz Joseph Muller, “la Gestapo torturò Sophie Scholl per quattro giorni, dal 18 al 21 febbraio 1943. Sophie Scholl era la persona più forte all’interno del gruppo della Weisse Rose, la più determinata, la più sincera e la più attiva". Il cappellano del carcere che la vide poco prima dell’esecuzione testimonia che era senza paura, calma. L’uomo della Gestapo che conduceva l’interrogatorio le chiese alla fine: “Signorina Scholl, non si rammarica, non trova spaventoso e non si sente colpevole di aver diffuso questi scritti e aiutato la Resistenza, mentre i nostri soldati combattevano a Stalingrado? Non prova dispiacere per questo?” e lei rispose: “No, al contrario! Credo di aver fatto la miglior cosa per il mio popolo e per tutti gli uomini. Non mi pento di nulla e mi assumo la pena!”

Il gruppo di universitari antinazisti della "Rosa Bianca" (Die Weisse Rose) è attivo a Monaco per circa un anno tra il 1942 e il 1943, sino all’arresto e alla condanna alla decapitazione dei suoi principali esponenti. Il nucleo originario della "Rosa Bianca" è costituito dai fratelli Scholl, Sophie e Hans, da Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf. In seguito si unisce a loro il professor Kurt Huber, musicologo e docente di filosofia, che stende gli ultimi due dei sei volantini diffusi dal gruppo. In questi pochi ma appassionati scritti i giovani esortano i tedeschi a rifiutare la politica dittatoriale di Hitler attraverso la disobbedienza alle leggi del Reich e la riaffermazione dei principi di tolleranza e giustizia. I primi volantini della "Rosa Bianca" vengono spediti in un centinaio di copie a intellettuali e professori, lasciati in locali pubblici e gettati dai tram nella notte. Gli ultimi due sono distribuiti clandestinamente nei luoghi più frequentati dell’università di Monaco dai giovani del gruppo che non esitano a gridare e dipingere slogan antinazisti sui muri dell’ateneo. Proprio durante la distribuzione dell’ultimo volantino, Sophie sale al secondo piano per lanciare dalla balaustra i fogli e farli cadere sugli studenti che si affollano nell’atrio. Riconosciuta da un inserviente membro del partito nazista, è arrestata con il fratello. Stessa sorte, poco dopo, toccherà agli altri membri del gruppo. La vicenda di Sophie Scholl e della Rosa Bianca è narrata nel film La Rosa Bianca - Sophie Scholl di Marc Rothemund (2005).

Dal 12 aprile 2011 a Sophie Scholl sono dedicati un albero e un cippo al Giardino dei Giusti di tutto il Mondo di Milano.

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