Attraverso un viaggio tra Siria e in Iran, un italiano di origine armena va alla ricerca delle sue radici e del suo popolo, un popolo che dopo un secolo di massacri e deportazioni ha perduto la sua dimora millenaria, e ora vive, oltre che nella Repubblica Armena, tra Medio Oriente, Europa, Oceania e le Americhe. L’opera risulta dunque un vivace reportage di favolosi paesaggi d'Oriente e al tempo stesso un toccante pellegrinaggio nei luoghi della diaspora armena, tra comunità disperse ma unite dall’identità di cui vanno fiere e che difendono attraverso le loro istituzioni: le loro scuole, i loro ospedali, i loro monasteri. Gli eventi storici, la memoria delle tradizioni antiche, la cultura e l'arte del popolo armeno rivivono dunque grazie al dialogo fitto e continuo che il viaggiatore intesse con artigiani e pastori, professori e religiosi, abitanti di villaggi e di città, coinvolti tutti nella volontà di guardare avanti verso la modernità e la globalizzazione, senza tuttavia dimenticare il passato e la propria identità culturale.