Luigi Baldan, nato a Sambruson di Dolo (VE) nel 1917, ma residente a Mirano (VE) dal 1954, ha scritto un libro di memorie sulla sua esperienza di internato militare nei campi di concentramento nazisti, frutto di alcuni anni di lavoro e ricerche storiche curate dal figlio Sandro Baldan.
È una testimonianza di valore storico e umano che narra la ferma volontà di Luigi Baldan di resistere alle violenze e alle ideologie nazifasciste, attuando una personale e solitaria “resistenza senz’armi”, sabotando la produzione bellica nazista, compiendo anche coraggiosi atti di soccorso verso la popolazione ebraica.
Motorista della Marina Militare Italiana, nel 1943, a seguito dell’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre, viene catturato dai tedeschi e internato prima a Bad Orb, poi a Francoforte sul Meno, in Germania, e infine a Sackisch-Bad Kudowa, in Polonia.
Come la maggioranza degli internati militari italiani, nonostante la fame, le privazioni, le umiliazioni, le sofferenze e il massacrante lavoro nelle fabbriche belliche, respinge le continue proposte di aderire al nazifascismo.
Ciò che rende unica e particolare la sua storia è la testimonianza di solidarietà umana e di generosità che, a rischio della propria vita, lo ha visto aiutare e sfamare con i pochi alimenti trovati, delle ragazze ebree internate con lui nel campo nazista di Sackisch-Kudowa in Polonia.
Fuggito dal campo di concentramento nel 1945, ritorna in Italia nel luglio dello stesso anno.
È stato insignito dal Ministero della Difesa della “Croce al Merito di Guerra” e di “Volontario della Libertà”.