Il libro raccoglie nove articoli, scritti nell'arco di due anni e pubblicati dalla rivista "Viator". Danno conto di un percorso di malattia e di consapevolezza durato tre anni. Quando il tumore si fa davvero ingombrante, Massa decide di scrivere di questo "ingombro", di raccontare sia i nudi fatti, gli ospedali, i medici, le cure, sia il discorso interiore, all'inizio ancorato ai fatti di cui sopra, con le speranze, le rabbie, l'indignazione e la riflessione sulla figura del "paziente". Nel tempo, questi temi restano sullo sfondo e viene sempre più in primo piano l'interrogazione della morte e della malattia come problemi esistenziali e la relazione con l'altro e con se stessi come palestra dove fino all'ultimo è doveroso, opportuno, significativo esercitarsi. Forte è il richiamo etico, il bisogno di parlare di etica, di come si debba, si possa, si cerchi di vivere e di morire secondo un'etica forte, densa di valori e di stoicismo.
I testi però racchiudono anche, con pudore, la paura che toglie ogni forza, il bisogno d'amore che, quando viene colmato, colora e accende le giornate più nere, e la gratitudine per la calda, frammentaria, contraddittoria vita che continua a scorrere, e l'autore continua fino all'ultimo a registrare.