"Marina Argenziano rappresenta una bellissima eccezione. Nella sua pièce attorno alla figura di Osip Mandel’stam ha la capacità di rileggere l’esperienza sovietica attraverso i fatti nudi e crudi e di stimolare il lettore a interpretare la tragedia del grande poeta russo attraverso categorie morali che immediatamente ci fanno riflettere sul Bene e sul Male.... ci racconta l’angoscia terribile provata da Mandel’stam dopo le violenze subite, per la paura di aver ceduto in un momento di incoscienza e di avere così denunciato i suoi amici poeti....
Marina Argenziano ci invita a non dimenticare che anche nel totalitarismo comunista agirono degli uomini giusti che cercarono di difendere la stessa idea di umanità....".