“Il 19 febbraio 1929 è stato l’inizio della mia vita sociale". Era la data del primo arresto di Varlam Shalamov, la fine di una vita e l’inizio di un lento morire, di una pena di morte protratta per decenni, ma anche l’inizio di una delle più terribili e straordinarie vicende letterarie del ’900 russo, e la data di nascita di un grande scrittore. La biografia e le opere di questo Virgilio del Gulag coincidono quasi in ogni piega. Per anni la sua vita è rimasta all’ombra di altri colleghi più carismatici e più portati alle pubbliche relazioni, e i suoi documenti risultavano "persi" negli archivi dell’ex Kgb, come spesso accadeva a pratiche scottanti. Ma, dopo un percorso avventuroso, ora i materiali dei processi di Varlam Shalamov sono riemersi dall’oblio e, insieme con alcuni racconti inediti in Italia, vengono pubblicati in un volume intitolato "Alcune mie vite", rivelando quello che è successo prima, dopo e durante quei 14 anni rievocati nei Racconti della Kolyma".