Il libro indaga il fenomeno del terrorismo suicida "studiando il rapporto tra trauma emotivo, deumanizzazione e sviluppo di distruttività omicida". Il terrorismo suicida "rappresenta un fatto inedito e deve essere indagato nella sua specificità. La decisione di diventare terrorista suicida non è, infatti, collegabile a una patologia individuale; non esiste l'attentatore suicida tipico e ogni attentatore è diverso dall'altro per età, sesso, condizione familiare, cultura e persino religione; i gruppi politici o ideologici cui appartengono i terroristi sono molto dissimili tra loro. La tesi di questo volume è che siano le situazioni estreme vissute dal gruppo - oggettive o percepite come tali - a produrre comportamenti paradossali se considerati dal punto di vista individuale.
L'elemento fondamentale che caratterizza il fenomeno del terrorismo suicida è proprio che il gruppo rinuncia alla funzione di salvaguardia della vita dei singoli spingendo alcuni membri a sacrificarsi per distruggere il nemico. Prima di immolarsi il terrorista deve annullare le emozioni che sostengono la sua identità personale per immergersi totalmente nella mentalità del gruppo.
[...]. Il fenomeno del terrorismo suicida non può realizzarsi senza l'incontro e l'azione sinergica di due componenti: la rete politico-ideologica (la parte psicotica) e l'adesione compiacente del singolo individuo con la sua rabbia impotente, il suo desiderio di martirio e di sacrificio ideale".