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Giusti e testimoni: memoria storica ed etica dell’azione

seminario di formazione insegnanti - 8, 12 e 19 marzo 2010

Si è concluso con una straordinaria partecipazione il seminario di formazione insegnanti “Giusti e testimoni, memoria storica ed etica dell’azione” tenutosi l’8, il 12 e il 19 marzo 2010, presso la Casa della Cultura di Milano.

Gli studiosi, esperti sul tema dei Giusti nella storia del Novecento, hanno analizzato la categoria di Giusto nella storia, il rapporto tra storia e memoria e la valorizzazione delle testimonianze dirette.
Lo scopo finale è stato quello di fornire strumenti teorici e metodologici utili alla sensibilizzazione degli studenti a queste tematiche.

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Fondamenti teorici del concetto di Giusto

Prima giornata - 8 marzo 2010

Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, la Foresta dei Giusti
A che cosa servono i Giusti. La riflessione sulla memoria del bene

Sono ebreo. Come Hannah Arendt lo dichiaro ad alta voce e ricordo la Shoah. Ma proprio per questo motivo sento il dovere di non dimenticare tutti gli altri genocidi e crimini contro l’umanità. Quanto è accaduto agli ebrei non deve ripetersi per tutti gli altri uomini.

Salvatore Natoli, ordinario di Filosofia teoretica, Università di Milano Bicocca
Essere Giusti e rendere giustizia

Io prendo avvio in modo del tutto inatteso dalla conclusione dell'intervento di Nissim perché tramite Vasilij Grossman si è introdotto un tema che avevo in qualche modo messo all'apertura dell’argomento di oggi. Direi che io ho riformulato un po’ le cose dette da Grossman dicendo che, in fondo, il male assoluto non può esistere mai nell'effettività e se siamo qui e parliamo di Giusti abbiamo la conferma che il male non può esistere nella effettività, perché se il male è la distruzione del bene, se esistesse un male assoluto, l'umanità si sarebbe annichilita.

Stefano Levi Della Torre, saggista, Politecnico di Milano
Il Giusto nella cultura ebraica

Prendendo le mosse dall’acquisizione importante che il male più grave può derivare da chi è determinato a perseguire il bene assoluto, è necessario aggiungere alcuni corollari. Innanzi tutto chi vuole questo bene è anche spesso in buona fede. È probabile che Hitler fosse in buona fede!

L’agire del Giusto nei contesti totalitari

Seconda giornata - 12 marzo 2010

Marcello Flores, storico, Università di Siena
La memoria storica fra uso e abuso

Sul tema della memoria si discute e si lavora nella scuola ormai da parecchi anni. Spero quindi di dire qualche cosa che possa essere utile a degli insegnanti, perché a volte sono loro che hanno più chiara la complessità del problema della memoria oggi, problema che si pone diversamente da come si poneva 15, 20 o 30 anni fa. Perché, come, che cosa ricordare è qualcosa che si intreccia fortemente anche con il discorso su come studiare la storia.

Francesco M. Cataluccio, studioso di cultura e storia della Polonia
Figure di resistenza morale nel pensiero antitotalitario

Annalia Guglielmi, collaboratrice del Comitato per la Foresta dei Giusti
Figure di coraggio civile nell’Europa dell’Est

Il punto di partenza dell’esperienza dei cosiddetti “dissidenti” non è un progetto politico o ideologico, ma innanzitutto il tentativo di resistere al nichilismo, al nulla cui il potere aveva cercato di confinare la risposta alle istanze fondamentali dell’uomo.

Pietro Kuciukian, fondatore del Comitato internazionale “Giusti per gli armeni”
Il Giusto come testimone di verità nel caso armeno

Quello armeno, anche se non unico, è un vero e proprio “caso” che si ripresenta a scadenza da 95 anni. Riferendoci all’attualità, si può vedere cosa ha significato per la Turchia la risoluzione 252 della Commissione Esteri del Congresso degli Stati Uniti che definisce “genocidio” i fatti del 1915: un milione e mezzo di armeni sudditi dell’Impero ottomano deportati nei deserti dell’Anatolia e sterminati.

La valenza educativa della memoria dei Giusti

Terza giornata - 19 marzo 2010

Sante Maletta, docente di Filosofia politica, Università della Calabria
Esemplarità del Giusto e formazione morale

Si propongono alcune riflessioni sul piano della teoria che vogliono essere propedeutiche ed esortative rispetto alla pratica didattica. Il tema della formazione morale è affrontato con riferimento a una serie di studi e di autori contemporanei, soprattutto del contesto anglo-americano (ma non solo), che hanno riproposto un approccio etico di tipo classico. Una sorta di apologia della formazione umanistica che fa parte di una convinzione profonda: oggi la questione educativa è questione centrale della nostra epoca e si gioca sul piano di un recupero critico della tradizione umanistica.

Carlo Sala e Cristiana Zanetti, docenti, Liceo Scientifico “A.Volta” di Milano
La Società di lettura, un’esperienza originale

Per me che insegno filosofia e storia, la prima preoccupazione, nella scelta di un percorso didattico, è l’individuazione di un tema formativo, che aiuti i ragazzi non soltanto a conoscere un periodo storico, lontano o presente che sia, ma anche a comprendere le scelte che in questo contesto vengono effettuate e a confrontarsi con esse.

Antonia Grasselli, coordinatrice dell’accordo di rete “Storia e memoria”
Storia e memoria: il metodo di un’esperienza

“Storia e Memoria” è la denominazione dell’accordo di rete tra sedici scuole della regione Emilia Romagna, di cui il Liceo Scientifico “E. Fermi” di Bologna è scuola promotrice e capofila. L’accordo di rete è stato costituito nel dicembre 2005. Parlare del “metodo di un’esperienza” comporta andare alle origini del nostro impegno e individuarne il luogo generatore.

Ulianova Radice, coordinatrice del Comitato per la Foresta dei Giusti
Il sito Gariwo e il progetto We For: la Foresta dei Giusti sul web

Il sito Gariwo è lo strumento principale di comunicazione del Comitato Foresta dei Giusti fin dalla sua nascita alla fine degli anni ’90. GA RI WO infatti è l’acronimo della versione inglese della denominazione del Comitato: “Gardens of the Righteous Worldwide”. Dieci anni fa comunicare via web non era una modalità così affermata e diffusa come oggi. Internet, soprattutto in Italia, era uno strumento inusuale, d’avanguardia, usato quasi esclusivamente dagli addetti ai lavori, innovativo per il mondo della cultura e della società civile.