Si allunga la lista degli ex leader argentini consegnati alla giustizia. Arrestati alcuni responsabili del dramma dei desaparecidos: José Martinez de Hoz, ideologo della dittatura, e Reynaldo Bignone, l'ultimo dei Generali.
Settimana scorsa la Corte suprema ha dichiarato incostituzionale l'indulto del 1990 per Martinez de Hoz. L'economista è stato quindi arrestato per crimini contro l'umanità, accusato di essere l'esecutore materiale del rapimento e delle torture degli oppositori Federico e Miguel Gutheim, padre e figlio.
Nel dicembre 1983 Bignone fu costretto a cedere il potere al governo democratico di Raul Alfonsin. Quella appena nata era una democrazia fragile e il potere militare costrinse Alfonsin a firmare le cosiddette "leggi del perdono", un'amnistia per i reati commessi durante la dittatura, abolita soltanto nel 2005. I militari e i loro sottoposti erano dunque scagionati.
Ciò che successivamente ha consentito i processi sono state le imputazioni per sottrazione di minore, reato non prescrittibile per il codice penale argentino. In molti casi infatti i militari rapirono gli oppositori con i loro bambini. È grazie a questo grimaldello legale che è stato possibile riportare Videla e i suoi complici in carcere.
Il Paese è sotto shock per il recente ritrovamento di fosse comuni con i corpi delle presunte vittime del generale Jorge Videla, già condannato all'ergastolo e ora accusato di avere rapito, torturato e ucciso gli oppositori e i loro figli, anche neonati.