La scrittrice sul Corriere della Sera descrive Arna Mer: "Una israeliana sposata a un palestinese, una donna che per tutta la vita ha sfidato i divieti, gli odi, le bombe, le denunce, ribadendo la sua ebraicità e nello stesso tempo l'amicizia, la solidarietà nei riguardi del popolo palestinese [...] creando prima una scuola per bambini, 'Care and learning' e poi un teatro, 'Il teatro della libertà'".
"La sua scuola è stata piu volte danneggiata. Lei stessa è stata picchiata dai soldati israeliani, come quella volta che, raccontano i testimoni, sbarrò l' ingresso della classe con il suo corpo per impedire ai militari di entrare. Il suo teatro è stato ridotto in macerie e poi ricostruito dal figlio Juliano. 'Arabi e israeliani hanno donato materiali da costruzione, sono arrivati volontari da tutte le parti e in meno di un mese è stata creata una sala di 150 metri quadrati', racconta il figlio che oggi è un attore famoso e stimato in Israele. Arna, sfidando i coprifuoco e le paure, invitava docenti di Tel Aviv a parlare di teatro, a insegnare i segreti della fotografia. Sul palco i bambini imparavano a recitare anziché lanciare pietre".