Francesco Battistini scrive sul Corriere della Sera: nel 1973 "Henry Kissinger andò nella Sala Ovale a farsi riferire d’un incontro con la prima ministra israeliana", Golda Meir.
"Ucraina ed ebrea, ambasciatrice a Mosca ai tempi di Stalin, la Golda di ferro era preoccupata delle repressioni che gli ebrei continuavano a subire in Unione Sovietica. E aveva chiesto al presidente americano di premere su Mosca, perché ai refuzeniks s’aprisse una via di fuga verso Israele: 'L’emigrazione degli ebrei dall’Urss non è un obiettivo della politica estera americana — tagliò il segretario di Stato —. E anche se in Unione Sovietica ficcassero gli ebrei nelle camere a gas, questa non dev’essere una preoccupazione americana. Forse, una preoccupazione umanitaria'. Era quel che il presidente voleva sentirsi dire: 'Lo so — acconsentì — non possiamo far saltare in aria il mondo per questo'".