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Sulla testa dei serpenti

i difficili equilibri in Bahrain, Yemen e Siria

Lontano dalla Libia e quindi dagli occhi della comunità internazionale, alcuni regimi reprimono i rivoltosi. Le lotte fra tribù tribali consentono ai governi ambigue manovre, che il leader yemenita Saleh definisce "danzare sulla testa dei serpenti". In Siria sono finiti in prigione per un mese 15 bambini, rei di cantare slogan antiregime. Infine il Bahrain uccide chi protesta, secondo quella che secondo un rapporto di Human Rights Watch è solo l'ennesima ondata di repressione nel piccolo Stato.

La situazione in Siria
Il regime di Assad è straordinariamente stabile da 50 anni. Ultimamente alcuni manifestanti hanno iniziato a riunirsi nelle città di Dara e Damasco e il regime non ha esitato a lanciare lacrimogeni negli edifici di culto, uccidendo almeno sei persone. È anche per questo, oltre che per l'incredibile arresto di un gruppo di bambini di quarta elementare, che il 18 marzo gli attivisti per la democrazia hanno proclamato un "giorno della collera" in Siria. L'evento è stato ancora una volta segnato da scontri violenti e arresti di esponenti della società civile, mentre Assad fa vaghe promesse.

Le defezioni in Yemen
Le tattiche di Saleh non convincono la popolazione. Alcuni capi tribù hanno riferito al New York Times di essersi accorti che le armi per combattersi tra loro provenivano da un'unica fonte, il governo, che di conseguenza sta perdendo molto del consenso tradizionale tra i sottoposti degli sceicchi. Mentre tutta una serie di ministri e gerarchi passava dalla parte dei rivoluzionari, si è avuto qualche tentativo di rimpasto ministeriale, ma forse Saleh non riuscirà a placare gli animi. Un ex ministro ha dichiarato alla stampa internazionale che "è ridicolo vedere tutti questi esponenti del regime che improvvisamente diventano rivoluzionari senza scontare in alcun modo in crimini commessi quando erano al potere".

Bahrain, dieci anni di repressione
La crisi a Manama è di lunga data. Secondo Human Rights Watch nel Paese c'è un conflitto di matrice religiosa tra la maggioranza sciita e la minoranza sunnita al potere. Si registrano inoltre restrizioni arbitrarie dei diritti civili e politici della popolazione.Ultimamente l'obiettivo della polizia politica, detta Apparato di Sicurezza Nazionale, sono gli attivisti che osano parlare con i giornalisti stranieri.

24 marzo 2011

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