Maikel Nabil di 25 anni è diventato il primo prigioniero di coscienza dell'Egitto del dopo Mubarak per aver scritto che l'esercito subentrato all'ex dittatore è corrotto e prosegue le sue politiche repressive.
Sulla rivoluzione egiziana gravano alcune ombre. In Piazza Tahrir una giornalista americana ha subito uno stupro di gruppo al grido di "ebrea!". Le manifestanti donne sono state sottoposte dai militari a "test di verginità". Ora questo caso che secondo l'avvocato di Nabil, Adel Ramadan, "rappresenta un avvertimento per tutti i giornalisti, i blogger e gli attivisti per i diritti umani in Egitto che le loro proteste possono portarli dritti in un carcere militare".
Il blogger egiziano è accusato di avere insultato l'apparato militare e di avere diffuso informazioni false sulle forze armate. La portavoce della sezione Medioriente e Nordafrica di Human Rights Watch Sarah Leah Whitson ha dichiarato che si tratta di un "episodio sorprendente per un governo che afferma di voler portare la democrazia in Egitto" e di un "pericoloso precedente nella transizione post-Mubarak".