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Prof negazionista in un liceo di Milano

annunciata ispezione ministeriale

Barbara Albertoni, una docente del Liceo linguistico Manzoni di Milano, sul suo blog si firma "Cloro" e definisce l'olocausto "una forzatura", e ritiene che il "mito dell’Olocausto" sia una "risorsa politica" per accrescere «il senso di colpa dell’Occidente", rendendo "intoccabili" gli ebrei.

L'articolo di Marco Pasqua su Repubblica che ha sollevato il caso segnala che la docente definisce la Shoah "il mito fondativo del sionismo", che determina "un condizionamento di massa", e che fa sì che persone come Shimon Peres riescano "a essere spacciate dai media internazionali come premi Nobel per la pace". Secondo Pasqua "Per lei, la Shoah rappresenterebbe '“l’unico caso, nello studio e nella ricerca storica, dove la verità è tale perché stabilita e adottata da governi e non susseguente ad una disamina scientifica dell’assunto. La sola messa in discussione della teoria alla base della Shoah, è un delitto di leso dogma'".

LE REAZIONI

La docente replica all'articolo affermando che "la lobby sionista ha campo libero, evidentemente anche sui giornali, al fine di stroncare le voci di dissenso soprattutto sulla questione palestinese". Il Ministero dell'IStruzione annuncia che sarà effettuata un'ispezione nei confronti della docente, e anche il Comune di Milano ha chiesto una relazione sul comportamento dell'insegnante.
Il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e il Presidente della Comunità ebraica di Milano Roberto Jarach hanno emesso una nota congiunta per il Ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, “affinché adotti i provvedimenti necessari a far cessare la scandalosa attività svolta da un’insegnante del liceo linguistico Manzoni di Milano la quale ha diffuso anche sul web falsità storiche che offendono la Memoria dei milioni di vittime innocenti della barbarie e della ferocia nazista e fascista, e svolge inoltre indebitamente un’azione mirata a distillare pregiudizio, razzismo e odio”.
“Ciò appare tanto più grave – prosegue la nota congiunta – proprio in ragione del ruolo di insegnante e quindi di punto di riferimento per ragazzi non ancora in grado di difendersi sul piano culturale".

il blog di Barbara Albertoni

15 aprile 2011

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