Iraniana, è morta il 20 giugno 2009 a soli 26 anni. Era una studentessa di filosofia. Tra le vie di Teheran manifestava senza velo il suo dissenso contro Ahmadinejad. Il video della sua morte, che la mostra agonizzante tra le braccia dei soccorritori, ha fatto il giro del mondo su Internet contribuendo ad accrescere lo sdegno per le violenze dei miliziani iraniani contro i manifestanti.
Il giorno del suo funerale, il governo iraniano ha negato l’autorizzazione per le celebrazioni ma, nonostante il divieto, migliaia di persone si sono ritrovate in suo onore, nel centro di Teheran, sfidando polizia e Pasdran. Il volto sanguinante di Neda è diventato il simbolo e la voce del dissenso al regime, dell’autonomia, del dubbio critico e della legge morale che non sta altrove che in noi.
Di lei gli amici scrivono che era una ragazza semplice, con tanti sogni. Prendeva lezioni di musica, studiava violino e stava aspettando la consegna di un pianoforte. Lavorava all’agenzia di viaggi di famiglia e le piaceva viaggiare. Studiava il turco perché sperava di poter fare la guida turistica per gli iraniani in visita in Turchia. Le piaceva quel Paese, c’era stata due mesi prima di essere uccisa ed aveva conosciuto il suo fidanzato, un fotoreporter di Teheran. Era la seconda di tre figli. La madre è una casalinga e il padre un impiegato statale.
Il video della sua morte è girato subito in rete, dove è diventata un’icona. In sua memoria sono nati siti, blog, social network e su Facebook le hanno dedicato diversi gruppi: “La ragazza che lottò per la libertà” e “Neda, l’angelo dell’Iran” che conta milioni di iscritti. Sempre su Internet è nato un sito “Neda’s voice” per lasciare messaggi di solidarietà in sua memoria.
Il presidente Barack Obama, insignito del Nobel per la Pace, ha dichiarato di voler condividere il Premio con lei, “la giovane che marcia silenziosamente nelle strade per il proprio diritto ad essere ascoltata anche a fronte di pestaggi e proiettili.” Dal 12 aprile 2010 a Neda Agha Soltan sono dedicati un albero e un cippo al Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano.