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Siria, "Vogliamo i nomi dei carnefici"

la denuncia di Human Rights Watch

L'associazione britannica per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch ha fatto i nomi di 74 alti dirigenti e scherani del regime di Assad che hanno "ordinato o permesso uccisioni, torture e arresti illegali" di manifestanti e oppositori. 

Tra gli esponenti citati in questa lista figurano il dittatore Bashar al Assad, suo fratello Maher, il Ministro della Difesa Daoud Rajiha e molti altri dirigenti nazionali e locali dell'esercito e dei servizi segreti. La denuncia "per crimini contro l'umanità" sarà depositata presso il Tribunale Penale Internazionale dell'Aja. 


L'iniziativa, spiegano gli attivisti, serve a incoraggiare le defezioni e gli atti di insubordinazione. I disertori interpellati da Human Rights Watch hanno rivelato che spesso i loro responsabili impartivano l'ordine di fermare le proteste "con tutti i mezzi necessari" intendendo con questo "l'uso della forza letale". Nel corso della repressione non sono mancati neanche gli ordini specifici di "uccidere", "sparare", "aprire il fuoco", "distruggere" e altri. 


Il governo siriano ha dichiarato che le informazioni in possesso di Human Rights Watch sono "compromesse" dall'uso di disertori come fonti. 

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