L'alternativa iraniana alla Barbie
In Iran la Barbie è illegale dal 1996 in teoria ma questo non ha impedito che siano vendute nei negozi di giocattoli del Paese. I commercianti di Teheran hanno raccontato all'agenzia di stampa Reuters che la polizia ha visitato i loro negozi chiedendo di eliminare tutte le Barbie e di sostituirle con quelle suggerite dal regime, che non offendono la moralità degli integralisti islamici.
Si tratta di Dana e Sara, due bambolotti che hanno le fattezze di un ragazzo e una ragazza con i tratti somatici e gli abiti conformi all'islam.
I venditori di giocattoli iraniani hanno adottato uno stratagemma: in vetrina hanno messo i bambolotti approvati dal regime, di nascosto però continuano a vendere le Barbie.
Hanno giocato con Barbie generazioni di bambine e questo ha messo la bambola al centro di polemiche e contestazioni. Nel 2003 anche l'Arabia Saudita la vieta, definendola "il simbolo della decadenza del perverso occidente".
Molto spesso la bambola è criticata come simbolo di una femminilità stereotipata, di un’ideale di bellezza non raggiungibile.
È di questi giorni la notizia che una pagina su Facebook chiede alla Mattel una versione della bambola senza capelli, in solidarietà con le bambine ammalate di cancro.
Altre volte, invece, Barbie è stata utilizzata per promuovere la parità tra uomo e donna: Barbie è diventata astronauta per celebrare il primo viaggio di una donna nello spazio, ambasciatrice dell’Unicef, insegnante di lingua dei segni, Presidente degli Stati Uniti.