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Il rogo di libri

tra intolleranza e censura

Nella storia  ci sono stati molti momenti in cui sono stati bruciati i libri. Spesso questo gesto è una forma di censura contro idee in contrasto con il potere dominante. Facciamo qualche esempio.

Uno dei più antichi roghi della storia è quello della biblioteca di Tebe, ordinato nel 1358 a.C. dal faraone Akhenaton. Il rei impone il culto monoteista del disco solare Aton e quindi pretende la distruzione dei volumi dedicati ai molti dei egizi precedenti. Alla morte del faraone il clero tebano a propria volta cancella la sua riforma e anche ogni traccia di lui.


Qin Shi Huang, il primo re della Cina a definirsi imperatore, inizia la costruzione della Muraglia e impone che vengano bruciati i libri scritti prima di lui, nel 213 a.C., per eliminare dalla tradizione ogni elemento che possa costituire una minaccia al suo potere. Distrugge tutti i volumi (ad eccezione di quelli tecnici o scientifici e di qualche annale). Insieme al rogo pianifica una violenta persecuzione degli intellettuali di matrice confuciana, che vengono sepolti vivi.


Il 7 febbraio 1497 a Firenze, dopo che sono stati cacciati i Medici, il frate Girolamo Savonarola ordina che siano bruciati tutti gli oggetti considerati "peccaminosi". Vengono dati alle fiamme specchi, quadri, abiti e volumi "immorali" in quello che viene ricordato come "il falò delle vanità".


Nel 1558 l'inquisizione, nel corso del papato di Paolo IV, istituisce l'elenco dei libri proibiti, che conteneva i testi contrari alla dottrina cattolica. La vittima più famosa di questo indice è il filosofo Giordano Bruno: a Roma  il 17 febbraio 1600 in piazza San Pietro vengono bruciati tutti i suoi libri mentre lui stesso viene messo al rogo, a Campo dei Fiori.


Uno dei roghi più celebri è quello dei nazisti. Nel 1933 Goebbles avvia una campagna contro i libri "non tedeschi" e contro la cosiddetta "arte degenerata". Finiscono tra le fiamme autori come  Heinrich Heinee, Karl Marx, Thomas Mann, Heinrich Mann, Bertolt Brecht, Alfred Döblin, Joseph Roth, i filosofi Ernst Cassirer, Georg Simmel, Theodor W. Adorno, Walter Benjamin, Herbert Marcuse, Max Horkheimer, Ernst Bloch, Ludwig Wittgenstein, Max Scheler, Hannah Arendt, Edith Stein, Edmund Husserl, Max Weber, Erich Fromm, Sigmund Freud. Il 10 maggio 1933 vengono bruciati i testi nella Opernplatz (Piazza dell'Opera) di Berlino. Pare che Freud, quando apprende la notizia che i suoi libri sono stati dati alle fiamme abbia commentato: "Come è avanzato il mondo: nel medioevo avrebbero bruciato me!".






Il rogo dei libri a volte è protagonista anche nella letteratura. Lo scrittore Ray Bradbury in Fahrenheit 451 descrive un futuro in cui leggere è un reato. Il protagonista del romanzo è paradossalmente un "pompiere", addetto a scovare i testi e a bruciarli.


23 febbraio 2012

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