Il New York Times denuncia un'ondata di violenze poliziesche che starebbe gettando i russi nel panico. Medvedev ha epurato le forze dell'ordine per migliorare l'immagine del Paese, ma i casi di stupri e pestaggi all'interno delle guardiole continuano a moltiplicarsi.
Il quotidiano americano racconta il caso di Oskar Krylov, 22 anni, riparatore di computer, arrestato l'anno scorso con l'accusa di aver rubato 200 dollari. A ottobre 2011 è stato sodomizzato dal comandante di polizia irato dalla sua mancata confessione. "Quando ti prendono non sei più nessuno", ha dichiarato il giovane ai giornalisti. Ora i responsabili dell'accaduto sono stati licenziati e imprigionati, sono arrivate le scuse pubbliche, ma il ragazzo ha paura della polizia e perfino di vivere in Russia.
Un altro caso che ha suscitato dolore e indignazione è quello di Sergei Nazarov, che prima di morire per le lesioni riportate ha riferito a un infermiere che i poliziotti l'avevano violentato con una bottiglia di champagne. La gente è scesa in piazza con palloncini a forma di bottiglia per protestare contro un fenomeno che ha dimensioni vaste e inquietanti.
Un'inchiesta indipendente ha rivelato che un'alta percentuale dei poliziotti russi, se non commette vere e proprie violenze si arruolerebbe comunque per tutelare i propri interessi più o meno limpidi invece che per difendere l'ordine pubblico. Inoltre anche se il mondo politico ufficialmente riconosce la gravità di queste violenze, salvo conseguenze letali molto spesso i casi non arrivano all'attenzione pubblica, ma vengono deliberatamente ignorati e insabbiati.
Tuttavia l'articolo del New York Times evidenzia anche il ruolo positivo di Internet nel tentativo di abbattere il muro di gomma.