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Due film ritirati in Iran

punito uno sguardo libero sui costumi

La dittatura iraniana era già famigerata per l'arresto del regista Jafar Panahi, che suscitò le lacrime di commozione di Juliette Binoche. 

Stavolta la censura degli ayatollah ha colpito gli autori delle pellicole La polizia della morale e Vita privata. Il primo racconta di tre fratelli di origine modesta che si arruolano nella - violentissima -  "buoncostume" iraniana per sbarcare il lunario. Vita privata è invece il resoconto di un tradimento coniugale, in cui il marito infedele si allontana dalla religione oltre che dalla sua compagna. 


Il coraggio dei registi Soheili Said, un ex militante filoregime,  e Mohammed Hossein Farabahkhsh, ha scatenato le ire di due gruppi paramilitari che hanno manifestato davanti al Ministero della Guida Morale per il ritiro di queste pellicole che hanno definito "indegne di essere proiettate e offensive dei valori religiosi". 


L'assemblea dei registi iraniani ha fatto sapere che il divieto dei due film, finora presentati al Festival Nazionale di Fajr ma non ancora nei cinema, costituirebbe un pericoloso precedente. Nei giorni scorsi un articolo del New York Times aveva raccontato la fatica dei fumettisti iraniani di trovare una propria cifra tra divieti e restrizioni di ogni tipo. 

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