Scandalo sull'organizzazione internazionale incaricata di implementare la riforma carceraria nel Paese africano. Secondo il quotidiano La Stampa lo United Nations Office on Drugs and Crime avrebbe speso i fondi internazionali per la missione affidatagli nell'ex colonia portoghese in progetti di immagine, lasciando in condizioni disumane i detenuti delle carceri esistenti.
Tredici persone in quindici metri quadrati, caldo, puzza asfissiante, nessuno che viene a portare cibo. Gli avvocati sono previsti, ma di fatto non hanno accesso ai loro assistiti. Così vivrebbero i prigionieri nelle carceri di Gabù e Bissau. E anche in quelle nuove di Bafata e Mansoa, decisamente migliori, mancano acqua e luce.
All'Unodc dicono che se ne sarebbe dovuto occupare il governo, ma lo Stato dopo il colpo di Stato del 12 aprile è latitante. La Guinea Bissau è in mano ai trafficanti di cocaina e sarebbero proprio le organizzazioni internazionali e le ONG, secondo il reportage, a dover supplire al vuoto creatosi.
Vuoto che naturalmente favorisce la violenza. I secondini delle carceri spesso si ubriacano e diventano violenti contro i detenuti in generale e le donne in particolare, aggredite anche sessualmente. L'ONU nei suoi uffici di Bissau ha l'aria condizionata, in un Paese dove manca l'elettricità, ma neanche un medico per i carcerati che dovrebbe assistere.