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Ricordiamo il Gen. Dalla Chiesa ed Emanuela Setti Carraro

a 30 anni dall'assassinio

Il 3 settembre 1982 la mafia uccide Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro a colpi di kalashnikov in via Carini a Palermo. 

Dopo avere ottenuto importanti traguardi nella lotta al terrorismo, come l'arresto degli esecutori materiali del delitto Moro, era stato nominato Prefetto del capoluogo siciliano nell'aprile dello stesso anno, in seguito all'assassinio di Pio La Torre


Nei primi anni della sua carriera si era già occupato con successo di mafia, indagando sull'omicidio di Placido Rizzotto e conseguendo la Medaglia d'Argento al Valor Militare per averne indicato il responsabile in Luciano Liggio.  

A Palermo Dalla Chiesa si scontrò con l'indifferenza e l'inerzia delle istituzioni, che lo lasciarono da solo in un ufficio dove il telefono non suonava mai e si guardarono bene dal sostenere il suo sforzo contro il fenomeno mafioso. 


Da uomo e ufficiale integerrimo qual era, denunciò con coraggio le connivenze della politica con Cosa Nostra. In particolare menzionò la "corrente politica democristiana facente capo ad Andreotti" come realtà inquinata dalla complicità con la mafia e cercò di sollecitare un intervento dello Stato in un'intervista con Giorgio Bocca del 7 aprile 1982. 


La sua vicenda è narrata dal film "Cento giorni a Palermo" di Giuseppe Ferrara.


Le istituzioni rimasero sorde al suo appello, che invece lo fece finire nel mirino dei mafiosi. 


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