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Legge sulla blasfemia del Pakistan

ragazzina cristiana rilasciata su cauzione

La quattordicenne Rimsha era in carcere dal 16 agosto con l'accusa di aver bruciato pagine del Corano sopra un mucchio di spazzatura. Ora è stata rilasciata dietro pagamento di una cauzione di 10.500 dollari. È la prima persona accusata di blasfemia a usufruire di questo beneficio. 

La ragazza soffre di ritardi mentali. Secondo tre nuove testimonianze, che hanno portato all'arresto di un imam, sarebbe stato proprio un religioso islamico a bruciare i fogli, accusando la giovane per fomentare un pogrom anticristiano. Dopo l'incidente 300 famiglie cristiane avevano dovuto lasciare il sobborgo di Islamabad dove risiedono.


La legge sulla blasfemia è uno dei provvedimenti più controversi del Pakistan e ha già portato a molte tragedie. Una su tutte la condanna a morte di Asia Bibi, una contadina rea di aver detto alle colleghe che per lei il Profeta Maometto non aveva mai fatto niente. Inoltre molti accusati di blasfemia sono stati inseguiti da folle inferocite e a volte linciati. 


La lotta contro questa legge ingiusta e discriminatoria, che prevede il carcere e in alcuni casi la pena capitale per chi "dissacri" il Corano, ha segnato la condanna a morte del Ministro pakistano per le Minoranze Shabhaz Bhatti, ucciso il 3 marzo 2011 dai talebani nel centro di Islamabad.


Mentre le associazioni per i diritti umani denunciano il "trauma" subito dalla ragazza, il governo pakistano ha ordinato un'inchiesta sui fatti. 

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