USaid ha tempo fino al primo ottobre per lasciare la capitale russa. L'ente USA per lo sviluppo è sospettato di avere orchestrato i disordini anti Putin degli ultimi mesi.
Si tratta dell'ultima mossa del Cremlino per cercare di reprimere una protesta nata nella società civile contro i frequenti abusi di potere. USaid non si occupa solo di finanziare progetti sanitari e ambientali, ma anche di promuovere la democrazia nella Federazione Russa.
Quest'estate il governo ha approvato una legge che impone l'etichetta di "agenti stranieri" e pesanti controlli finanziari a tutti i gruppi che ricevono fondi dall'estero. Non è chiaro che cosa succederà ai 60 impiegati russi di USaid dopo la chiusura della sede moscovita.
La portavoce dell'Agenzia Victoria Nuland fa sapere che "anche se la nostra presenza fisica in Russia cessa qui, il nostro impegno per i diritti umani nel Paese rimane in essere".
Attualmente i rapporti tra Mosca e Washington riecheggiano i toni della Guerra Fredda. Putin accusa gli americani di interferire nella Primavera araba e considera pericolose ingerenze perfino i tentativi di fermare la carneficina che sta avvenendo in Siria.