Il Presidente della commissione d'inchiesta Onu sulla Siria, Paulo Pinheiro, ha presentato a Ginevra il suo rapporto finale. La situazione sta precipitando in una spirale di violenza crescente: secondo l'Onu violazioni dei diritti umani sono state commesse sia dai ribelli sia dalle forze governative. Queste ultime, come evidenziato nel rapporto, si sono macchiate anche di crimini contro l'umanità.
L'impasse del Consiglio di Sicurezza
La commissione d'inchiesta ha stilato una lista nera, ancora segreta, con i nomi dei criminali che potrebbero essere deferiti alla Corte Penale Internazionale. Spetta adesso al Consiglio di Sicurezza decidere se sottoporre l'elenco al giudizio della Corte. Non sarà impresa semplice, né veloce: il Consiglio, infatti, è letteralmente bloccato dalla contrapposizione tra il blocco occidentale, sempre più orientato su posizioni interventiste, e quello costituito da Cina e Russia, che chiedono tempo per la missione del nuovo inviato Onu Lakhdar
Brahimi.
Infiltrazioni jihadiste e gruppi indipendenti
"Rapimenti e uccisioni sono in corso tra sunniti da un lato,
e sciiti e alawiti dall'altro" ha detto Pinheiro, sottolineando con preoccupazione la presenza di elementi stranieri tra i combattenti, in particolare di "militanti jihadisti". Questi ultimi sarebbero in parte confluiti nelle file degli antigovernativi, mentre altri sarebbero organizzati in cellule indipendenti. Stessa dinamica in seno alle minoranze cristiana e drusa del Paese, che stanno costituendo "gruppi di autodifesa" per far fronte alla minaccia di violenze.
In equilibrio con Iran e Turchia
Intanto sale la tensione al confine turco, dove sono in corso violenti scontri tra le forze governative e i sunniti. Il quotidiano turco Hurriyet riporta le dichiarazioni dell'ex capo della Cia a Istanbul secondo il quale proprio nella zona di confine stanno operando circa 50 alti agenti dei servizi segreti occidentali. Damasco, d'altra parte, accusa la Turchia di aver permesso l'ingresso in Siria di "migliaia di terroristi di Al Qaeda" e di integralisti islamici.
Infine Teheran - dove l'inviato Onu per la Siria Lakhdar
Brahimi ha partecipato alla riunione del "gruppo di contatto regionale" con Egitto e
Turchia - ha smentito la presenza di suoi militari in Libano e Siria, dopo che era stata diffusa la notizia della presenza dei Pasdaran a fianco delle forze di Assad.
Cresce il numero delle vittime civili
Secondo Amnesty International, che stigmatizza il ruolo dell'esercito siriano nella "campagna di
attacchi indiscriminati e senza sosta" è in aumento il numero delle vittime del conflitto. Nella prima metà del mese di settembre sono stati 166 i civili uccisi - di cui 48 bambini - e centinaia i feriti nei villaggi e nelle città colpite dai bombardamenti.