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Essere ebrei in Asia

comunità ebraiche in Cina e Russia

Nella seconda guerra mondiale arrivarono in Cina migliaia di ebrei, che si aggiunsero all'antica comunità ormai quasi del tutto assimilata degli israeliti Kaifeng. Oggi formano piccole comunità che secondo la giornalista Clarissa Sebag-Montefiore non si distinguono dagli altri occidentali residenti nell'ex Impero di mezzo se non per il fatto di frequentare le sinagoghe, ove presenti, e a volte di indossare la kippah. 

In Cina, spiega la blogger sulla pubblicazione online Latitude, gli ebrei vengono accolti con benevola curiosità. Le persone hanno un'opinione positiva di questo popolo: vi sono almeno sei istituti universitari che si occupano di Ebraismo e pullulano i manuali di spiritualità con massime e precetti di questa religione. Naturalmente il fatto che gli ebrei si siano temprati nei secoli di oppressione è un po' uno stereotipo. Così come il fatto che siano "come i cinesi", nel senso di tenere alti i valori "della famiglia, della cultura e del denaro". La Sebag-Montefiore scrive ironicamente che nessuno al mondo la scambierebbe per Einstein o penserebbe che sia molto ricca. In un certo senso però almeno si tratta di stereotipi positivi, perché rivelano che i cinesi considerano gli ebrei affini a loro, "nelle loro corde". 


Russia e Cina di fronte ai dittatori del Ventesimo secolo


Ci sono resoconti di cinesi molto contenti di potere aiutare gli ebrei nello svolgimento dei compiti loro preclusi durante il giorno festivo dello Shabbat come accendere la luce o l'aria condizionata. L'altra faccia della medaglia è una certa ammirazione diffusa in Cina per Hitler, non come sterminatore di ebrei, ma come leader capace di unire i tedeschi. Il Paese che non ha fatto ancora i conti con i crimini di Mao non resiste al fascino della "guida carismatica".


Questo ci riporta alla Russia. Qui l'altro grande dittatore del Ventesimo secolo, Stalin, aveva creato una patria socialista per gli ebrei: la Repubblica del Birobidzhan, in Siberia. Il New York Times racconta che la comunità, fondata 75 anni fa, sta lottando contro la scomparsa. Ha ancora una sinagoga e istituzioni come un asilo infantile ebraico, ma secondo lo scrittore Marek Halter, che ha scritto un libro sul tentativo di accreditare la Siberia come nazione ebraica, "assomiglia a un Jurassic Park". 


Di fatto qui l'utopia socialista non si è mai realizzata e gli ebrei sono stati tollerati da Stalin un po', come in Cina, perché non fanno proselitismo, un po' perché "così isolati non potevano nuocere al potere", e un po', probabilmente, perché l'area poteva fungere da cuscinetto con il Paese vicino. Qualcuno però va orgoglioso del Birobidzhan, perché ci furono ebrei che si salvarono da Hitler rifugiandosi in questa località. L'autore dell'articolo David H. Herzszenhorn scrive però che "si salvarono da Hitler per morire a migliaia sotto Stalin". Un giorno sarà possibile avere un'identità ebraica sganciata da quanto successo nella Shoah?

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