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Censura: pubblicato il Google Transparency Report 2011

Al primo posto tra i governi meno liberali il Brasile

1900 le richieste di censura da parte dei governi mondiali. Questo uno dei primi numeri emersi dal Transparency Report 2011 di Google (vedi box sotto), in cui la società di Mountain View riporta i dati inerenti alla sua attività, tra cui il traffico dei servizi e le richieste di rimozione dei contenuti da parte dei proprietari di copyright e dei governi. In testa alla classifica delle richieste di rimozione da parte dei diversi Stati è, a sorpresa, il Brasile. Dove, tra l’altro, la scorsa settimana è stato arrestato un dirigente di Google per aver pubblicato su YouTube un video ritenuto politicamente scorretto dal governo. Le richieste di rimozione sono state 418 nell’intero 2011, la maggior parte delle quali riguardavano il social network Orkut, di cui Google è proprietaria. 

Al secondo posto nella classifica gli Stati Uniti, le cui richieste hanno avuto un incremento del 103% nel secondo semestre dell’anno rispetto al primo e hanno riguardato soprattutto annunci del sistema pubblicitario e video su YouTube. 

Numerose le domande anche da parte della Germania, principalmente inerenti a siti nostalgici del nazismo, della Turchia, per video offensivi verso il padre della patria Ataturk, della Thailandia, per contenuti contro la corona, dell’India, per questioni legate a proteste anti-musulmane, e dell’Inghilterra, per video di matrice islamica. 

Per quanto riguarda l’Italia, 65 le richieste complessive nel 2011, tra cui spicca un video satirico contro Berlusconi – che Google si è rifiutata di rimuovere. L’84% delle domande sono state invece accolte dalla società.

Infine, tra i Paesi monitorati, da non dimenticare i governi che hanno censurato direttamente contenuti o siti web. Tra questi la Libia, dove tutti i servizi di Google sono inaccessibili dal 3 marzo 2011 e YouTube dal 17 febbraio 2011, e la Cina, dove YouTube non è accessibile dal marzo 2009.


5 ottobre 2012

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