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Morte e rinascita

ricordare la Shoah in Israele

Nel 2006  l'O.N.U. decise di dedicare una giornata al ricordo dell'Olocausto. 
Il giorno prescelto fu la data in cui ricorre la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz.
Da quell'anno, in tutto il mondo si commemora la tragedia dell'Olocausto.

L'importanza di questa giornata sta nel ricordo stesso e ancora di più nel trasmetterne la conoscenza a coloro che non hanno consapevolezza   - e non mancano -, e ai giovani che avranno in mano le sorti del mondo, affinché simili orrori non si ripetano.

Di anno in anno i superstiti sono sempre meno; sempre meno si sente il racconto delle loro vicissitudini e questo ci obbliga a non lasciar cadere quel periodo nell'oblio.

In Israele tre date sono dedicate al ricordo dell'Olocausto: il 10 del mese di Tevet, La giornata internazionale del Ricordo dell'Olocausto e Yom Ha-Zikaron laShoa vela Gvura.

Il 10 del mese di Tevet, giorno in cui ricorre anche l'inizio dell'assedio di Gerusalemme nel 588 a.C. che portò alla distruzione della citta stessa e del primo Tempio, è dedicato non solo alle vittime dell'Olocausto, ma anche a tutti i morti di cui non si conosce il luogo di sepoltura. 

Yom HaZikaron laShoa velaGvura (Giornata del ricordo dell'Olocausto e dell'Eroismo) commemora non solo l'Olocausto stesso e le sue vittime ma onora anche tutti quegli eroi che sacrificarono la loro vita per opporsi e sconfiggere i nazisti. Questo giorno cade nel periodo dopo la Pasqua, l'Omer, momento di lutto per gli ebrei. 
In Israele è in vigore il calendario ebraico, che si basa sul sole ma sopratutto sulla luna. Per questo le date delle feste e delle ricorrenze ebraiche cambiano rispetto al calendario gregoriano, in vigore nel resto di quasi tutto il mondo.
 
Quest'anno la festa di TubiShvat, chiamata anche Festa degli Alberi, secondo il calendario gregoriano cade sabato 26 gennaio, un giorno prima del Giorno della Memoria.

La festa degli alberi celebra l'inizio della primavera; gli alberi, qui in Israele, si coprono di germogli, i mandorli fioriscono. È una festa allegra che celebra la rinascita della natura dopo l'inverno.

Quest'anno, grazie a Dio le piogge, dopo anni di siccità, sono state abbondanti. I campi sono verdi. I primi fiori sbocciano: tulipani, narcisi, iris, anemoni e altri, in tutti i colori dell'arcobaleno.

Pensando a questi due giorni che si susseguono mi sono ricordata di un quadro che ho disegnato qualche anno fa e mi sembra unisca in sé, visualmente e simbolicamente, queste due ricorrenze.
Nel disegno è rappresentato un albero. Il tronco, segato quasi fino alla radice, ha la forma di una stella di Davide e rappresenta il popolo ebraico. I nazisti hanno cercato di distruggerlo, di estirparlo, ma non ci sono riusciti e dall'albero che si credeva morto nasce un nuovo germoglio. Il popolo ebraico è risorto. Lo stato d'Israele è nato.

In questi giorni di ricordo, qui in Israele e nel mondo, dobbiamo ricordare l'Olocausto e le sue vittime, ma non dobbiamo dimenticare che nonostante tutto l'orrore siamo risorti, siamo vivi e ci sono nuovi germogli: i nostri figli, nipoti, pronipoti. I figli dei sopravissuti. 
 

di Sabina Schkolnik Saad, artista, figlia di Anni Alexander Schkolnik, sopravissuta all'Olocausto grazie all'aiuto di contadini italiani e di Don Giuseppe Caserin, parroco del Santuario della Madonna del Caravaggio di Fanzolo (Treviso) e di fu Jakob Schkolnik, sfuggito ai pogrom in Ucraina, sopravissuto all'Olocausto, che combatté con i partigiani e la brigata inglese in Italia contro i nazisti. Madre di Jakov, Ittai, Noa, Eliel, nonna di Mia, Emma, Tommy, Lia, Ilai, Eden, Gaia e Shilo. Tutta la famiglia vive in Israele.


L'opera nel riquadro in alto, che fa parte della serie La Stella Gialla - dialogo con un Simbolo, è esposta permanentamente a Beit Wollin a Givatayim, unica sede, al di fuori di Gerusalemme, della scuola per l'insegnamento della Shoah di Yad VaShem.

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