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L’Immortalità del bene

di Federico Dubini, 3°C Liceo Volta di Milano

La Giornata europea dei Giusti nasce a Milano e si muove attraverso l'Europa nel ricordo e nel doveroso omaggio di quanti misero in gioco la propria vita per salvare quella degli altri.
È stata Gariwo a volere e a chiedere all'Unione Europea un giorno dedicato ad accrescere e approfondire la conoscenza e l’interesse su figure esemplari di resistenza morale, fari indispensabili per illuminare il futuro del nostro continente. Nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo, presso il Monte Stella, oggi, sono stati dedicati dei nuovi alberi a quattro grandi uomini che hanno difeso la dignità umana: Fridtjof Nansen, Dimitar Peshev, Václav Havel e Samir Kassir.

Le azioni di questi ambasciatori di giustizia vengono più volte ricordate con parole penetranti dei celebri ospiti presenti.
 Nonostante l’insistente pioggia, l’umidità e il freddo del lungo inverno milanese, è stato possibile vivere una mattinata speciale, arricchita da una formativa condivisione del bene tra cittadini di tutte le età.

L’Europa ha dimostrato, attraverso questa Giornata, di essere capace di compiere notevoli progressi nella costruzione di una solida base di valori condivisi e di allontanare la precedente arida visione, unicamente economica, dell’Unione.
 Oggi infatti, nonostante non abbia percorso lunghe distanze, sono stato protagonista di un grande viaggio.
Grazie ad esso ho avuto la possibilità di vivere un particolare itinerario nel passato comune, che mi ha permesso di incontrare memorie illuminanti.


Ho sempre visto il viaggio come uno degli eventi più formativi che la persona possa vivere, ho avuto spesso la fortuna di esplorare e apprezzare diverse culture, diverse civiltà, crescendo esperienza dopo esperienza.

Tuttavia, l’eredità ottenuta è stata raramente sostanziosa come quella dell’esperienza odierna.
 Il percorso con cui abbiamo coltivato il ricordo di questi uomini mi ha suggerito una visione nuova con cui affrontare il mio futuro, le mie decisioni e i miei impegni. Una visione in cui il bene è concepito come lo strumento più forte con cui l’uomo possa combattere i suoi limiti quali morte, dolore, infelicità, ed esprimersi al massimo nell’eternità della storia per raggiungere la cercata serenità.

di Federico Dubini, studente della classe 3°C Liceo Volta di Milano


Nel box approfondimenti la riflessione di Ludovica Lugaresi
, Giorgia
 Tisselli, Luca Evangelisti, studenti della classe 5°B del 
Liceo della Comunicazione “Immacolata” di Cesena

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