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Il Tribunale dell'Aja accusato di pregiudizi

dopo le recenti sentenze

Il Presidente della sessione annuale dell'Assemblea generale ONU, il serbo Vuk Jeremic, ha dichiarato di voler portare alle Nazioni Unite una critica al Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia, nonostante il parere contrario di alcuni Stati.
Il Tribunale, secondo Jeremic, ha adottato recentemente sentenze segnate da pregiudizi contro la Serbia, e l'ONU, in quanto fondatore della corte, ha il dovere di discutere del suo operato. Il riferimento è chiaramente alle assoluzioni dei due generali croati Gotovina e Markac, ma non sfugge che anche la più recente sentenza ai danni di due ex ministri serbo-bosniaci acuisca il sentimento di Belgrado.

Negli scorsi giorni infatti il Tribunale dell'Aja ha condannato a 22 anni di carcere Mico Stanisic e Stojan Zupljanin, rispettivamente ex Ministro dell'interno e Capo dei Servizi di Sicurezza Regionali della Repubblica Sprska, colpevoli di omicidio, persecuzione, deportazione, stupro e tortura contro i prigionieri musulmani e croato-bosniaci di 50 centri di detenzione, con l'aggravante di aver perseguito una campagna sistematica di violenza e intimidazione ai danni della popolazione non serba della Bosnia.

A questa notizia, diversi ex prigionieri serbo-bosniaci hanno reagito sostenendo che il Tribunale dell'Aja fosse "intrinsecamente parziale".

Per una più ampia discussione del tema è necessario attendere il 10 aprile, data per cui Jeremic ha chiesto di fissare l'audizione. Il Presidente serbo deve tuttavia confrontarsi con una realtà che contrasta la sua tesi: a livello locale le corti stanno seguendo la stessa linea del Tribunale per la ex Jugoslavia. 

È di questi giorni la notizia della condanna, da parte della Corte di Sarajevo, dell'ex "mostro di Grbavica" Veselin Vlahovic. L'uomo, montenegrino, è stato ritenuto colpevole di più di 60 reati, tra cui omicidio, stupro e saccheggio, commessi contro musulmani e croato-bosniaci durante il suo servizio nelle unità serbo-bosniache.

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