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Libia, due anni dopo

tra rappresaglie e centri di detenzione

Tripoli

Tripoli

Due anni dopo il conflitto che ha portato alla deposizione e alla morte di Muammar Gheddafi, la Libia è scomparsa dalle prime pagine dei quotidiani. Ma qual è la situazione nel Paese, quali gli sviluppi dell'era post- Gheddafi?

La Libia oggi attraversa una difficile fase di transizione. Il nuovo governo ha di fronte sfide complesse, prima tra tutti il disarmo delle milizie che hanno combattuto il Colonnello. Non avendo la forza - e la volontà politica - necessaria per un'azione di questo tipo, Tripoli ha puntato a una loro assimilazione all'interno dell'esercito regolare.

Il controllo degli uomini armati sfugge però al governo. Non sono isolati episodi di attacchi delle sedi televisive di Stato e ai giornalisti, accusati di aver sostenuto Gheddafi. Il canale di notizie della TV libica ha sospeso le trasmissioni dopo che un miliziano ha aggredito uno dei giornalisti dello staff.

Sul piano umanitario, la Libia presenta una situazione critica, che il governo e le organizzazioni internazionali faticano ad arginare. Il problema principale è costituito dalle rappresaglie contro interi villaggi considerati ex sostenitori del Colonnello. Migliaia di donne e bambini sono stati allontanati dalle loro case - denuncia Human Rights Watch - e vivono in campi profughi; gli uomini sono stati incarcerati, torturati e uccisi. Il caso più grave è quello di Tawergha: alcuni dei suoi abitanti hanno combattuto per Gheddafi a Misurata, e ora le strutture del villaggio sono state distrutte e gli uomini catturati.

In questo quadro, le istituzioni internazionali hanno fallito nel prendere le misure necessarie per proteggere dalle rappreseglie le comunità che hanno dovuto lasciare le proprie città e ora vivono nei campi profughi - le cifre parlano di circa 60.000 sfollati, secondo una stima dell'UNHCR.

Drammatico è il caso della comunità eritrea, portato all'attenzione da Human Rights Concern, organizzazione con sede a Londra fondata da esuli eritrei che si occupa della tutela dei rifugiati. Diversi profughi sono stati arrestati per essere entrati clandestinamente in Libia, e ora vivono in centri di detenzione e sono costretti a sminare il terreno di Sirte, nonostante siano privi di addestramento.

Due anni dopo l'operazione NATO con un mandato per proteggere la popolazione dagli attacchi di Gheddafi, la tutela di civili è ancora il nodo fondamentale della "questione Libia".

3 aprile 2013

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