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Il tweet del Presidente Morsi

risponde ai cittadini e cerca di rassicurare l'Occidente

Il presidente Morsi in diretta su Twitter. L'appuntamento è dalle 21 alle 21.30 di ogni sera. I cittadini egiziani potranno rivolgere le loro domande a Mohamed Morsi, che risponderà sullo stesso social network.

La mossa del presidente sembra essere la risposta alla preoccupazione dei paesi occidentali e della sua popolazione per le azioni del suo governo. In particolare, i riflettori sono da tempo accesi sul deciso giro di vite su giornalisti, attivisti e personalità mediatiche che Morsi ha, se non ordinato, quantomeno ostacolato in modo molto lieve. Rispondere alle domande dei cittadini suggerisce il tentativo di non dare l'impressione di opporsi alla libertà di espressione.

La realtà tuttavia smentisce questo tentativo. Il caso più recente è quello di Bassem Youssef, comico egiziano musulmano processato per offesa nei confronti del Presidente e dell'Islam. Youssef è stato interrogato per 5 ore dopo l'arresto, è stato liberato dopo aver pagato una cauzione di 3mila dollari e poi processato nuovamente per "attentato all'ordine pubblico".

La sua colpa? Quella di essersi presentato, durante una puntata del suo programma, con un costume che riprendeva la divisa indossata da Morsi durante il conferimento di una laurea ad honorem in Pakistan, e di aver ironizzato su alcune scelte politiche del Presidente. È bastato questo per la denuncia, e per dare inizio a una serie di minacce di chiusura della rete del programma. "In passato - spiega Youssef - ho sostenuto che le elezioni democratiche potevano essere un'occasione di cambiamento per il Paese. Io continuo a crederlo. Purtroppo in questi mesi abbiamo assistito alla riproposizione dei medesimi comportamenti del vecchio regime di Mubarak. L'economia è in crisi e non vi è libertà di espressione“.

Youssef non è il solo ad essere caduto in questo giro di vite contro il dissenso. In pochi giorni - secondo quanto rivela Amnesty International - più di 30 persone sono state messe sotto inchiesta per aver criticato il Presidente o i Fratelli Musulmani. Nagui Damian, leader della Rivoluzione dei gelsomini, teme che le misure contro i media siano un gesto per intimorire gli egiziani in vista delle prossime elezioni, previste per luglio. "Il clima di terrore scatenato dai Fratelli musulmani contro i loro oppositori - ha dichiarato - non riguarda solo i partiti avversari e i media, ma tutti gli egiziani che non la pensano come gli islamisti".

Lo stesso Damian dà un quadro più ampio della situazione egiziana. "I Fratelli Musulmani stanno facendo di tutto per mantenere il potere - racconta - ma la crisi economica e istituzionale ha spinto verso gli ideali della rivoluzione sempre più persone. Ora anche i contadini dell'Alto Egitto hanno iniziato a manifestare contro gli islamisti".

La protesta contro i Fratelli Musulmani non giunge solo dalla popolazione, ma anche dal mondo religioso. Centinaia di imam moderati hanno protestato contro l'egemonia islamista nelle moschee, accusando il Ministreo degli Affari religiosi di voler controllare discorsi e comportamenti degli imam, punendo ed emarginando quelli che si discostano dal pensiero unico islamista.

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