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Contro Hitler "musica appassionata"

il Requiem di Verdi suonato a Terezin

Il pianista e compositore cecoslovacco Rafael Schachter arrivò nel lager di Terezin nel novembre 1941, con il trasporto H-128. Aveva con sé una valigia contenente effetti personali e alcuni spartiti. In particolare quello del Requiem di Giuseppe Verdi, in latino. 

Chi avesse preso l'iniziativa "sovversiva" di fondare un'orchestra nel lager rischiava di essere ucciso. Inoltre trattandosi di musica composta per messe cattoliche, non tutti gli israeliti erano d'accordo che fosse una cosa giusta eseguirla. Ma quando Schachter trovò un pianoforte in un magazzino abbandonato, sentì che doveva rischiare. 

Il coraggio di Schachter

Il 29 aprile al Lincoln Center di New York il Maestro Murry Sidlin ha eseguito il Requiem verdiano per commemorare questo coraggioso musicista, che organizzò un'orchestra per cantare ai carnefici: "Dio c'è, ma l'uomo?" e in un certo senso annunciare loro il Giorno del Giudizio. 

Il coro diretto da Schachter si ritrovava a provare dopo ore di lavori forzati massacranti. Alcuni di loro non avevano mai assistito a un'opera e tutti avevano paura di essere scoperti dai guardiani del lager. Terezin, in tedesco Theresienstadt, era il cosiddetto "lager degli artisti", dove Hitler obbligava le famiglie degli intellettuali ebrei a fingere di vivere in un mondo perfetto, quando in realtà la destinazione era Auschwitz

I coristi si rivolsero perfino a un comandante delle SS, dicendogli: "Se volete creare uno spettacolo che mostri come trattate bene gli ebrei, quale occasione migliore di questa?" e ottennero il permesso di cantare. Schachter riuscì a mettere in scena diverse opere per piano solo. 

Sollievo spirituale davanti alla morte

Il compositore provava febbrilmente, ogni volta con qualche corista in meno perché le deportazioni erano in corso. "Questo ci dava un fortissimo sollievo spirituale", ricorda un prigioniero che cantò con Schachter, Edgar Krasa. Tutti erano costretti a imparare il difficile testo latino. 

Nel luglio 1943 l'orchestra finalmente si esibì nel "Requiem" di Giuseppe Verdi. Pochi giorni dopo la sua ironica performance, quasi un "memento" ai carnefici, i coristi vennero deportati. Schachter fu ucciso all'ingresso ad Auschwitz, mentre Krasa sopravvisse sfuggendo miracolosamente a una marcia della morte e rimanendo nascosto fino all'arrivo dell'Armata Rossa. 

Lacrimosa, dies illa

Questa settimana a New York Sidlin ha cercato di riportare in scena la stessa disperata ironia di quella folle impresa. Stavolta non è il malinconico Chopin a introdurci all'orrore dell'Olocausto, ma "un appassionato requiem di un coro deciso a farsi ricordare, come se i coristi di Terezin fossero tornati tra noi", conclude il giornalista Avital Chizhik

Giorno di lacrime, quel giorno,quando risorgerà dal fuoco
l'uomo reo per essere giudicato.
Ma tu risparmialo, o Dio.
Pietoso Signore Gesù,
dona loro riposo!
Amen!


3 maggio 2013

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