La giudice guatemalteca Jazmin Barrios ha condannato l'ex dittatore a 50 anni per genocidio e a 30 per la commissione di altre gravi violazioni dei diritti umani. L'ottantaseienne ex generale sterminò le popolazioni maya del Guatemala, nell'ambito di un'operazione chiamata "terra bruciata" e che prevedeva per volontà dello stesso militare attacchi aerei contro i civili.
Negli anni Ottanta i maya ixil della regione del Quiché furono accusati di avere fatto parte della guerriglia che aveva insanguinato il Guatemala negli anni '60-'66 e per questo oltre 1.771 di loro vennero sistematicamente trucidati. La Corte ha condannato Rios Montt per genocidio in particolare per le operazioni di rapimento di bambini di questo gruppo etnico che furono da lui ordinate.
Ad aspettare la sentenza anche la Premio Nobel Rigoberta Menchù. "Siamo felici - ha dichiarato - perché per molti anni ci hanno detto che il genocidio era una bugia, mentre oggi il tribunale ci ha detto che è la verità". Tutto il Paese era fermo per ascoltare l'udienza in diretta.
Oltre che dell'eccidio, Rios Montt è stato riconosciuto colpevole di ricorso sistematico allo stupro contro le donne maya da parte delle sue truppe e dello sfollamento di 29.000 civili ixil. Molti dei 98 testimoni hanno cercato in aula di dar conto delle ferite fisiche ed emotive subite. Secondo le testimonianze i villaggi furono rasi al suolo, i raccolti distrutti, le case bruciate, il bestiame ucciso, donne e bambini sterminati.