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"Uccidono persone senza motivo"

la denuncia dei rifugiati nigeriani

Non si placano le violenze degli islamisti nigeriani. Sono infatti almeno 42 le vittime dell’attacco degli estremisti di Boko Haram a una scuola di Potiskum, nel nord est del Paese. I sopravvissuti hanno raccontato di studenti bruciati vivi e di raffiche di colpi di arma da fuoco, il tutto senza l’intervento dell’esercito nigeriano, nonostante il governo abbia dichiarato lo stato di emergenza nel maggio scorso.

Il Presidente Goodluck Jonathan aveva infatti ordinato ai soldati di prendere tutte le misure necessarie per porre termine all'impunità dei terroristi e degli insorti. Diversi rifugiati che hanno lasciato la Nigeria hanno tuttavia denunciato l’azione dell’esercito, che per far fronte alla minaccia islamista spara anche sui civili.

“Appena vedono qualcuno che indossa la tonaca tradizionale, gli sparano - ha raccontato Abukar Ari, un insegnante del Corano - Non fanno domande, sparano e basta”.

Gli stessi Stati Uniti, sostenitori della lotta contro la militanza islamica della Nigeria, hanno affidato la loro preoccupazione al Segretario di Stato John Kerry, che si è detto preoccupato per le “credibili accuse che denunciano le violazioni dei diritti umani compiute dalle forze armate nigeriane”.
Lo scorso mese sono state uccise più di 200 persone nell’attacco al villaggio di Baga, in quello che le associazioni umanitarie definiscono un enorme massacro ad opera dell’esercito del Paese.

Resta comunque complicato capire cosa stia succedendo in Nigeria. Dall’inizio delle operazioni il servizio telefonico è stato tagliato e le informazioni faticano a diffondersi, quasi totalmente monopolizzate dai comunicati militari.

Le testimonianze dei rifugiati forniscono tuttavia un’immagine molto diversa dalla versione ufficiale dei soldati: gli uomini raccontano di bombardamenti e sparatorie indiscriminati, uccisioni di civili, raid notturni, n un clima di terrore diffuso. “I militari aprono il fuoco e uccidono persone senza motivo - ha rivelato Abubakar Ali, un venditore di scarpe fuggito dal suo villaggio - Ecco cosa sta succedendo in Nigeria”.

8 luglio 2013

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