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Il Portogallo riscopre Sousa Mendes

il Giusto che salvò gli ebrei francesi

Il Portogallo onora il suo Giusto: Aristides de Sousa Mendes, il console che in Francia salvò circa 30mila persone forndendo loro visti per lasciare il Paese e fuggire dalle persecuzioni naziste.

L’azione di Sousa Mendes, che ottenne il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem nel 1966, non è stata altrettanto valorizzata dal suo Paese di origine, a causa dell’opposizione del console agli ordini giunti da Lisbona durante la Seconda guerra mondiale. L’uomo infatti non solo si prodigò per distribuire i tanto agognati visti quando era console a Bordeaux - dopo essere stato informato delle atrocità commesse dai nazisti dal fratello gemello, diplomatico a Varsavia - ma convinse altri diplomatici a fare lo stesso anche in contrasto con gli ordini del suo governo, neutrale ma di stampo fascista. Quando Lisbona realizzò la portata della disobbedienza di Sousa Mendes, lo richiamò in patria e lo assolse dalla carica diplomatica. La sua opera fu rimossa dalle narrazioni del Paese, e l’uomo morì in povertà nel 1954.

La riabilitazione della sua figura in Portogallo risale al 1980, e si basa sulla ricerca della fondazione che porta il suo nome, composta dai discendenti degli uomini da lui salvati. Dal 2011, la Fondazione Sousa Mendes ha istituito un database che raccoglie i nomi delle persone soccorse dal console, scoperti in un registro dello stesso diplomatico ritrovato a Bordeaux. In questo modo è stato possibile scoprire l'identità di circa 30mila persone salvate dai documenti portoghesi da lui forniti.

È nata così l’idea di compiere un vero e proprio pellegrinaggio per ripercorrere la strada compiuta da coloro che sono fuggiti dalle persecuzioni, e di celebrare una cerimonia in memoria dell’azione di Sousa Mendes nella cittadina dove il console è nato e ora è sepolto.

Molti dei partecipanti al pellegrinaggio non erano mai tornati in Portogallo dalla fine della guerra, o non avevano idea del passato dei loro genitori prima di essere contattati dalla Fondazione. Dopo la celebrazione, molti di loro hanno dichiarato di voler riscoprire la storia delle proprie famiglie e di voler contribuire alla riabilitazione dell’uomo che aiutò i loro cari a fuggire dagli orrori nazisti.

Il prossimo progetto della Fondazione è quello di ristrutturare la casa di famiglia di Sousa Mendes e renderla un museo di tolleranza. “Si sente di persone che non hanno potuto aiutare i perseguitati perché si era in tempo di guerra e ognuno aveva la propria famiglia da salvare - ha dichiarato Jennifer Hartog, figlia di un ebreo olandese soccorso dal console portoghese - ma Sousa Mendes era un uomo con una carriera, una moglie e innumerevoli figli, eppure ha fatto qualcosa di straordinario per gli altri”.

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